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La Juve di Sarri nasce dove finì il Napoli di Sarri. Smarrendo uno scudetto

di Ivan Cardia

Maurizio Sarri torna a parlare, siede in panchina, e questa è una notizia dentro quella grande notizia che sarà Fiorentina-Juventus. Il tecnico bianconero, frenato dalla polmonite nelle prime due giornate di campionato, prenderà oggi la parola nella sua prima vera conferenza stampa pre-partita da allenatore della squadra campione d’Italia. È un inizio, e non solo mediatico. Perché poi Sarri domani pomeriggio andrà in panchina al Franchi, e per quanto abbia potuto seguire, indirizzare la squadra da lontano, è evidente come non sia la stessa cosa. Fin qui, si può dire che sia stata la Juve di Martusciello. Sei punti su sei: chapeau. Ora inizia davvero quella di Sarri, a tutto tondo.

Non è una sfida qualsiasi. Fiorentina-Juventus non lo è mai stata, è un classico del nostro calcio. Ma quella di domani, per Sarri, avrà un sapore particolare. Anzitutto perché, napoletano di nascita, è cresciuto a Figline Valdarno, 40 km scarsi da Firenze, e infatti un tempo sognava di allenarla, la Fiorentina. Ma soprattutto perché è inevitabile pensare agli hotel della città e allo scudetto di due stagioni fa. Quello perso, per usare le parole dello stesso Sarri, in albergo. Dichiarazioni che sembrano di una vita fa, eppure eravamo solo a maggio del 2018. Quando Sarri era pronto a prendersi il palazzo, ma nessuno poteva immaginare che lo avrebbe fatto entrando dalla porta principale, d'accordo con i proprietari dello stabile. In un certo senso, è un cerchio che si chiude: la Juve di Sarri nasce dove è finito il Napoli di Sarri. A ripensarci, forse non poteva andare altrimenti.


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