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10 domande al futuro del calcio: a che punto è la riapertura della Liga?

di Andrea Losapio
Javier Tebas

La Spagna potrebbe sembrare il paese, dopo la Germania, dove la situazione è più fluida, con la speranza di ripartire con la Liga. L'impressione è che Javier Tebas, l'uomo che ha portato il campionato spagnolo a essere il secondo più pagato dopo la Premier League, abbia intenzione di riaprire quasi a tutti i costi, prendendo soprattutto il buono che ne può venire. In particolare l'attenzione è rivolta al nostro paese perché i passi - e le tempistiche, oltre che il contagio e i morti - sembravano quasi andare di pari passo.

Solo cinque i contagiati nella prima tornata di test, con la sensazione che il numero possa solo calare. È quello che sta pensando la Liga per ripartire con il calcio e riprendere una quasi normalità, soprattutto per la questione diritti televisivi. Paradossalmente la sensazione è che la riapertura sia molto più vicina rispetto al campionato inglese e quello italiano, con l'idea comunque di attenersi al protocollo tedesco, con restrizioni e controlli serrati. Qualche giocatore è ancora perplesso - Piqué nei giorni scorsi aveva chiesto un possibile posticipo del rientro in campo - ma la sensazione è che la Liga per metà giugno possa davvero ripartire.


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