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Genoa-Juve verso le porte chiuse, il presidente dell'Osservatorio: "Vogliamo mandare un segnale"

di Ivan Cardia

Genoa-Juventus viaggia verso le porte chiuse, dopo i fatti che hanno fatto da cornice all'ultimo derby di Genova in Coppa Italia. Nella giornata di oggi è attesa la decisione da parte dell'Osservatorio Nazionale sulle manifestazioni sportive - che tecnicamente dovrà essere presa dal prefetto di Genova - ma la strada sembra già tracciata. Ne ha parlato a La Gazzetta dello Sport il presidente Paolo Cortis, uscente a ottobre per limiti di età: "Sapevamo che la situazione a Genova era esplosiva. C'era la speranza di evitare grandi problemi e i club hanno fatto tutto il possibile. Il bilancio, però, è pesantissimo".

Pugno duro. La linea, appunto, è abbastanza chiara: "Il Casms ha suggerito delle misure da adottare, che poi dovranno essere adottate con provvedimento dal prefetto. Normalmente evitiamo gare a porte chiuse per evitare situazioni peggiori, ma qui c'è la forte volontà di dare un segnale. 36 feriti no sono sopportabili".

Nessuna preoccupazione, assicura Cortis, perché "questa è una storia che non ci ha trovati impreparati ed è dimostrato dal fatto che non vi siano stati contatti diretti tra le tifoserie. I feriti sono legati a lancio di bombe carta e simili. Ne abbiamo avuti di episodi difficili, stavolta si è andati oltre".


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