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Fagioli: "Ho iniziato a scommettere a 16 anni. All'inizio un gioco, poi una malattia..."

di Raimondo De Magistris

Prosegue il percorso di riabilitazione di Nicolò Fagioli, ancora alle prese con la squalifica per il caso scommesse. Nel rispetto delle disposizioni della Procura della FIGC, nel tardo pomeriggio di oggi il giocatore della Juventus si è presentato all'ex teatro Araldo di Torino per il terzo dei dieci appuntamenti pubblici previsti a integrazione del piano terapeutico. Fagioli dal palco dell'evento ha raccontato la sua storia e, nel corso del botta e risposta, ha parlato di quando è iniziata la sua dipendenza dal gioco d'azzardo: "Ho cominciato le prime volte quando avevo sedici anni, all’inizio era come un gioco, poi pian piano è diventato una malattia, ho iniziato subito con le scommesse sportive quando giocavo alla Juve nel vivaio”.

Come hai iniziato a scommettere sugli sport?
“All'inizio pensi di saperne di più, ma poi anche guardando le partite in tv capisci che essere calciatore non ti porta dei vantaggi. Da piccolo giocavo a calcio, tennis e anche oggi sto giocando di più a tennis, poi ping-pong e tutti quelli con la racchetta me la cavo”.

Che sensazioni ti dava il gioco?
“Prima di perdere il controllo mi piaceva proprio giocare, cercavo la dopamina senza saperlo. Poi mi sono reso conto che era una malattia, ci ho messo troppo tempo a chiedere aiuto. Meno male che a maggio ho avuto l'idea di farlo”.

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