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Europei Under 21, il format a 12 sotto accusa. E per fortuna cambierà

di Ivan Cardia

La formula cambierà. Il fallimento dell'Italia Under 21 all'Europeo di casa ha molte spiegazioni, qualche responsabile e in fin dei conti anche una buona dose di sfortuna, vista la prestazione degli azzurrini contro la Polonia. Più di tutto, però, pesa il format della competizione, cambiato appositamente per l'edizione in corso e che nel prossimo futuro per fortuna sparirà.

Fino al 2017, all'Europeo partecipavano 8 squadre. Due gironi da quattro, poi semifinali e finali. Quest'anno, scendevano in campo 12 selezioni giovanili, con le prime dei tre gironi che accedono alle semifinali, raggiunte dalla miglior seconda. È così che iniziano a diventare possibili, quasi inevitabili, i calcoli: al di là delle polemiche social sul biscotto, ieri sera Francia e Romania hanno giocato per il pareggio. Inevitabilmente: era un risultato che faceva comodo a entrambe, perché avrebbero dovuto fare altrimenti?

Non molto educativo. Perché converrebbe ricordare che si tratta pur sempre di una competizione giovanile, per quanto ovviamente in campo vadano professionisti. Ventenni che giocano pensando al risultato: quanto di meno sportivo si possa immaginare. Dal 2021, nuovo cambio all'orizzonte: l'Europeo Under 21 diventerà a 16 squadre, con quarti, semifinali e finali. Si cambia ogni due anni, e questo può far discutere. Ma l'abbandono di un format cervellotico e così criticabile non può che rendere soddisfatti.


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