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Decreto Crescita ancora attuabile? Serie A a lavoro per studiare le crepe del sistema

di Simone Bernabei

Il Decreto Crescita continua ad essere argomento caldo all'interno dei club di Serie A. Ad inizio 2024 il governo Meloni ne aveva fortemente limitato i campi di utilizzo, estromettendo di fatto il calcio e lo sport in generale dagli sgravi fiscali previsti dalla norma. Ora però, scrive la Repubblica, la situazione sembra essersi ammorbidita per quel che riguarda le società calcistiche proprietarie dei cartellini di grandi campioni.

Per il quotidiano, infatti, da giorni fiscalisti dei club e consulenti economici della Lega Serie A sono a lavoro per capirne le sfumature ed i nodi interpretativi, con la situazione che emerge che pare essere più rosea di quanto inizialmente capito. Le prime valutazioni erano catastrofiste in tal senso, ma ora sembra che i tesserati arrivati in Italia prima del 31 dicembre 2023 possano conservare il diritto ai 5 anni di imposte agevolate più ulteriori 3 anni in caso di ulteriore permanenza sul territorio italiano. Insomma, così fosse il rinnovo eventuale non verrebbe intaccato (almemo per i primi 3 anni).

C'è poi il caso dei nuovi arrivi dall'estero nel 2024, a Decreto già modificato: i nodi interpretativi, spiega il quotidiano, sono tre. Il primo è culturale: nel senso che la detassazione per i tributaristi sarebbe applicabile a chi ha almeno una laurea triennale in tasca. Il secondo è legato al reddito e alla soglia prevista di 600mila euro: sarebbe previsto un "abbattimento dell'imponibile fiscale fino al 60% qualora il lavoratore si trasferisca in Italia con un figlio minore o in caso di nascita di un figlio". Per l'interpretazione questo permetterebbe di superare il vincolo reddituale. QUindi il terzo nodo, quello immobiliare: prevede agevolazioni per ulteriori 3 periodi d'imposta per chi abbia acquistato "un immobile in Italia adibito ad abitazione principale entro il 31 dicembre 2023".


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