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Commisso: "La Superlega è solo un'idea di Agnelli. Per ripartire servono stadi e regole"

di Pietro Lazzerini

Rocco Commisso ha un figlio "bloccato" in Italia mentre è al lavoro dalla sua casa in New Jersey, negli Stati Uniti, dove il virus ha iniziato davvero a fare paura. Il presidente della Fiorentina però non perde il sorriso e soprattutto l'intraprendenza e in una lunga intervista al Corriere dello Sport, ha parlato della ripresa del campionato ma soprattutto della ripartenza dopo la pandemia: "Mi piacerebbe tornare in campo a maggio, perché significherebbe la fine dell'emergenza, ma non credo. L'importante è non compromettere la prossima stagione. Noi abbiamo parlato dei nostri contagiati, gli altri club?". Sulla possibilità di inserire un tetto salariale in stile americano: "Sarà un tema importante anche se non penso a un salary cap all'americana. Qualcosa però andrà fatto: se hai 100 milioni di ricavi, non puoi investirne 60 in contratti". Anche le infrastrutture sono un tema caro al patron viola: "La politica deve rivedere la legge sugli stadi e farlo in fretta. L'economia ha bisogno di investitori, come il calcio. Se si continua a mettere ostacoli in molti non verranno in Italia. Ci sono miliardari americani pronti a investire, ma vogliono regole chiare e tempi certi. Friedkin? Penso che alla fine la Roma sarà sua". Infine sull'idea della Superlega di Andrea Agnelli e del peso della Lega calcio: "La Juve è italiana ed è quello che è grazie all'Italia. Penso che sia solo un'idea di Agnelli che non verrà mai realizzata. La Lega? Vorrei un modello Premier, dove tutti collaborano per far crescere il brand nel mondo".


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