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Bologna, un punto con rammarico nell'esordio tra i grandi

di Micol Malaguti

Impegno, motivazione, compattezza: lo avevano promesso Lorenzo De Silvestri e Riccardo Orsolini alla vigilia di Bologna-Shakhtar, la prima e storica partita dei felsinei in questa nuova Champions League. Parola mantenuta da parte del gruppo Bologna che sotto una pioggia copiosa e intermittente inaugura il suo percorso europeo tra le mura calorose del Dall’Ara, con una prestazione condita di rimpianti per i gol mancati che regala però ai rossoblù la soddisfazione del primo punto nell’Europa dei grandi. Forse i brividi da Champions o semplicemente alcuni concetti assimilati in più, fatto sta che per la prima in Europa il Bologna trova un buon pareggio e qualche nuova consapevolezza. Pur mancando ancora di cinismo offensivo, la formazione guidata da Italiano torna a esprimere idee di gioco, a difendere di squadra e a creare azioni effettivamente pericolose.

L’avvio non è sicuramente dei migliori visto il rigore concesso agli ospiti per fallo di Posch (poi parato da Skorupski), ma con il passare dei minuti il gioco cresce e la motivazione di chi la Champions l’ha conquistata sul campo si fa protagonista. Italiano punta infatti su un 11 titolare composto unicamente da giocatori già in rosa nella passata stagione, dando un segnale forte di fiducia alla squadra che lo scorso anno ha fatto la storia. Ad accompagnarli un pubblico, animato dalle emozioni europee, che dopo 60 anni rivive l'atmosfera europea. In questo contesto il Bologna crea e sbaglia sotto porta, mentre lo Shakhtar – tolta l’azione del pronti via – resta praticamente sempre in attesa di un’occasione per ripartire. La coppia Beukema-Lucumì, però, si concede poche sbavature e dove capita riesce sempre a metterci una pezza. Il difensore colombiano, in particolare, si riprende il suo posto da titolare dimostrando di avere qualità imprescindibili per il reparto arretrato dei rossoblù. L’equilibrio difensivo aiuta così anche la propensione offensiva dei felsinei che in diverse occasioni mettono in difficoltà lo Shakthar. Solo un paio di prodezze di Riznyk salvano la formazione ospite che dal canto suo impensierisce invece poco Skorupski.

L’atteggiamento, quindi, è quello giusto ma la macchina rossoblù deve ancora ingranare qualcosa sul piano realizzativo. Vero che l’emozione può giocare brutti scherzi, ma c’è da considerare anche che a quattro partite dall’inizio della stagione, tra campionato e Champions, il Bologna ha messo a segno solo 4 gol. Con una difesa che ora sembra riassestata, il prossimo compito dei felsinei e di mister Italiano è quello di trovare la chiave di volta per accendere Orsolini, Castro e compagni, esattamente come ieri sera l’inno della Champions ha acceso i cuori degli oltre 25.000 che hanno accompagnato la prima uscita europea del Bologna.


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