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Bologna, col Milan sfida ad armi impari. Ma i rossoblù ci mettono la grinta

di Micol Malaguti

Il Bologna parte ai cento all’ora come aveva chiesto Motta ma poi frena bruscamente. Alla traversa colpita da Lykogiannis dopo nemmeno trenta secondi risponde il vantaggio del Milan a cui bastano solo 12 minuti per mandare in rete l’esperto Giroud. Così nella serata in cui il ricordo di Carlo Mazzone - tre volte alla guida del Bologna - scalda gli animi dei presenti, la partita si fa subito complicata per gli undici di Motta, in campo con i “novellini” Beukema e Ndoye .

La coraggiosa risposta dei padroni di casa controbilanciata dalle maggiori qualità degli avversari, permettono al Milan di far pendere l’ago della gara a proprio favore. Qualche giro di orologio e al 20’ Pulisic spiazza Skorupski con una conclusione spettacolare da fuori area: è il raddoppio degli ospiti che con questo risultato portano a termine la sfida. I tentativi offensivi dei rossoblù, che nella seconda frazione si raccolgono attorno alla mezz’ora, devono infatti fare i conti con la qualità e la provvidenza di Mike Maignan che non mette mai in pericolo i suoi. D’altra parte la poca incisività dei cambi operati dal tecnico brasiliano in favore dei felsinei non crea grane al Milan, che si dimostra qualitativamente e strutturalmente più organizzato. L’ingresso di Orsolini, tra i tanti, fa inizialmente ben sperare ma l’attenta difesa del Milan spegne presto le speranze bolognesi.

Un inizio amaro, quindi, per i rossoblù di casa che si trovano davanti un avversario difficile da colpire, pur riuscendo a dire la propria. La variante innesti è sicuramente rilevante per i felsinei visto che Il Bologna di oggi è ancora un cantiere aperto: la base c’è, ma c’è anche tanto su cui lavorare, a partire dalla pedina Jesper Karsdorp in arrivo... ancora tutta da plasmare secondo le regole del calcio "mottiano".


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