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Bello crederci, ma nessuna sorpresa da Anfield: il Milan non è ancora a questi livelli

di Ivan Cardia


Se lo hanno definito girone di ferro, un motivo ci sarà pure. Il Milan ha messo l’abito di gala per venire ad Anfield a debuttare, nella sua nuova vita, in una nuova Champions League. Ha perso qualche pezzo per strada e soprattutto nei novanta minuti di Liverpool ha smarrito parti importanti della propria identità, affidandosi al palla lunga e pedalare che in campionato i rossoneri di Stefano Pioli non praticano di certo. Ha persino flirtato con una vittoria che sarebbe stata storica, perché la prima al primo colpo da queste parti, dopo sette anni di lunghissima e dolorosa astinenza. Ha giocato a calcio tre minuti e tanto è bastato perché potesse crederci. Un sogno bellissimo, durato fino al pareggio di Salah. Un gol che è stato una presa di coscienza, tant'è che da quel momento in poi il Diavolo non ci ha neanche più provato.

IL MILAN NON È A QUESTI LIVELLI - Il Liverpool ha esperienza e ha qualità. Klopp butta dentro campioni come se nulla fosse, Pioli può rispondere con Florenzi e Giroud, ma pure l’esordio di Daniel Maldini, quando la partita sulla carta era ancora recuperabile, sta lì a testimoniare il gap che c’è tra inglesi e italiani in questo momento e non si può negare. Il Milan non è il Liverpool e non è l’Atlético Madrid: sulla carta, se la giocherà col Porto per il terzo posto, e non è detto che parta da una posizione di vantaggio. Ha tanta strada da fare, ha batoste da prendere e un naturale processo di crescita da completare. Può arrivarci? Certo che sì, persino in tempi brevi. Stasera ha rischiato di vincere ad Anfield. Non sono cose che capitano per caso.


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