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Bastoni ha sempre dato priorità all'Inter. Vuole diventare bandiera, anche se è pezzo pregiato

di Andrea Losapio

"Ma chi me lo fa fare di andare via?" È la domanda che Alessandro Bastoni si pone ogni volta si paventa la prospettiva di potere lasciare l'Inter. È però una scelta che parte da lontano, ancora prima di arrivare alla finale di Champions League e giocarla da protagonista. Perché se è vero che prima dell'estate con Conte aveva fatto la guerra per andare via dopo le 25 partite a Parma - perché voleva una certa continuità di rendimento - dall'altro lato una volta trovata la maglia da titolare, escludendo Godin, non ha mai pensato di andare via. Nel maggio del 2021 aveva un accordo in scadenza nel 2023, con tutte le big che lo seguivano (compreso il Bayern Monaco), ma decise di aggiungere un anno al contratto, fino al 2024, per non entrare negli ultimi 24 mesi.

Questa è stata una decisione di Bastoni, credendo alla buona fede di un club che nel 2021 aveva problemi economici sicuramente superiori agli attuali, con Suning che stava crollando a causa del Covid e con gli Zhang in difficoltà su tutti i fronti. Poi è arrivato il prestito di Oaktree a dare liquidità e a salvare, di fatto, un'Inter che rischiava moltissimo. Bastoni ha sempre detto a chi gli era vicino di volere rimanere in nerazzurro e di diventare capitano, magari vincendo dei trofei.

C'è però un altro snodo della faccenda: un anno fa Bastoni rinnova con l'Inter fino al 2028, ma con la possibilità che in caso di offerte possa essere ceduto. Poi arriva la finale di Champions e, soprattutto, la cessione di Onana a mettere a posto le cose. Bastoni è probabilmente il pezzo pregiato in casa Inter, con Lautaro, Barella e Calhanoglu ma, come Dimarco, non ha nessuna intenzione di andarsene.


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