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Badelj lavora ad Auronzo, ma il suo futuro è lontano dalla Lazio

di Riccardo Caponetti
Fonte: Dall'inviato ad Auronzo di Cadore

Quando tocca palla, la domanda nasce spontanea: "Perché la Lazio deve privarsi di Badelj?". Il quesito ci sta tutto, perché tecnicamente il croato è un giocatore sopra la media. Destro e sinistro. Fa girare la squadra con uno, massimo due tocchi: vederlo è un piacere. Il problema, se così si vuole chiamare, è che il 30enne vice campione del mondo vuole un ruolo da protagonista in un progetto. Alla Lazio è chiuso da Leiva, il play ideale per il 3-5-2 di Inzaghi. Lecito quindi che l'ex capitano della Fiorentina possa guardarsi intorno, visto che le pretendenti non mancano. Dalla Turchia spingono per il Besiktas, ma le piste più calde sono due: un ritorno a Firenze o il Bordeaux di Paulo Sousa.

La Fiorentina è in cerca di un regista ma la trattativa non è facile e non si concretizzerà in pochi giorni. Nonostante sia arrivato a parametro zero, Lotito non lo lascerà partire per una cifra irrisoria. Se i viola lo vorranno, dovranno presentare un’offerta interessante dalle parti di Formello. Altrimenti non si farà niente. Da Firenze, dall'altra parte della medaglia, il ds viola Pradè non vorrebbe spendere troppo proprio perché l’anno scorso Badelj andò via a scadenza di contratto. Si era parlato di un possibile inserimento di Simeone nell'operazione, ma da casa Lazio non sono arrivate conferme. Tare è a lavoro per trovargli una sistemazione, con l'agente Lucci in costante contatto con il Bordeaux, da un mese abbondante alla finestra. La dirigenza biancoceleste si aspetta che l'affare, da 7/8 milioni, possa decollare da un giorno all'altro.


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