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Addio a Maradona, Carnevale: "Dove c'era lui c'era lavoro. Chi ne parla male cosa nasconde?"

di Claudia Marrone

Quattro anni vissuti nello spogliatoio del Napoli con Diego Armando Maradona: il quadriennio 1986-1990 per Andrea Carnevale è sicuramente indimenticabile.
Queste le sue parole in una lunga intervista al Corriere dello Sport: "Maradona si è lasciato andare? E questa è un’altra storia, nella quale non ho il dovere di entrare, perché appartiene al suo privato, anche se di lui tutto è stato terribilmente pubblico. Leggo giudizi sferzanti e un moralismo che non è consentito a nessuno, perché vorrei andare a scrutare nelle vite di chi adesso sale su un pulpito a dare lezioni cosa si nasconde nel proprio passato. Sono schifezze, bassezze, che non sono consentite, perché c’è gente che di Diego non sa niente. E chi gli è stato al fianco, come nei sette anni di Napoli, può raccontare la sua statura. Un gigante nella sua umanità. Diego andava a fare beneficenza e non l’ha mai detto. A noi compagni di squadra trasmetteva un senso della sua amicizia: una volta, non so quale compleanno fosse, fu capace di lasciarci senza parole, presentandosi lui, il festeggiato, con un regalo per ognuno di noi. Comprò degli anelli, delle vere e proprie fedi d’oro, e ne diede tre a testa, intrecciate come se fossero cerchi olimpici. Saremo amici per sempre, ci disse. Eravamo una squadra vera, piena di talento, ma senza Maradona non lo so se saremmo riusciti a vincere, ho il sospetto di no. E quella è stata un’epoca felice per chiunque, perché dove c’era questo Mostro Sacro, c’era lavoro: vale per la stampa, per le aziende, per i club, per chi ci incontrava. Non ha mai preteso, si è sempre messo a disposizione".

Conclude: "La sua fragilità è nota ma è appartenuta esclusivamente a lui e gli è costata un prezzo amarissimo, che ha pagato da solo ed in prima persona. Chi siamo noi, mortali peccatori, per accusare questo Dio del calcio che ha avuto debolezze?".


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