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Spalletti risorge in Francia con la sua Italia, Cucci sul ct azzurro: "L'esperto inesperto"

di Paolo Lora Lamia

Italo Cucci, dalle colonne del Corriere dello Sport, ha parlato di Spalletti e delle sue mosse vincenti contro la Francia: "Benedetto quel gol francese di Barcola al tredicesimo secondo a Parigi che ci ha fatto subito capire quanto fosse diverso da quel gol albanese di Bajrami al ventitreesimo secondo degli Europei a Dortmund: due ridicoli capitomboli, uno aggiustato da Bastoni e Barella l’altro da una Squadra intera che ha voluto subito prendere le distanze da Berlino, dalla Svizzera, da un’orgia di cacasenni sperduti in campo che quella sera vidi come ammutinati.

Luciano ha aggiunto la paroletta magica, Trecinquedue, che non voleva dir altro che semplicità, tradizione, comprensione. E solidarietà. Frattesi è stato il primo a dimostrarla, subito tentando di cancellare la stolida impresa del solito Di Lorenzo. C’è riuscito Dimarco alla mancina, un gol maradoniano che Patania ha cantato con la cetra (mica Nerone, Omero) aggiungendo epinici solenni e meritati per Frattesi il Trascinatore, Tonali e Calafiori i Pensatori, e il mio Giacomino Raspadori finalmente onorato di un ruolo offensivo che l’ha portato al gol della sua e nostra rinascita.

se vuoi tornare a vincere, se vuoi ridisegnare un cielo azzurro e ricreare un clima bearzottiano (cito Polverosi) devi pur giocare all’italiana, e con il contropiede. Per farsi capir meglio, l’Amico Geniale ha inviato a tutti un messaggio - come quello del Vecio con Marini - convocando il Brescianini ruvido e bello formato in Ciociaria, a Frosinone, dopo inutili viaggi qua e là e finalmente con la Dea e Gasperini. Per aspera ad astra".


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