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La Roma brucia anche De Rossi: cacciato perché difeso da Totti. Pesa anche il caso Dybala

di Antonio Parrotto

Daniele De Rossi non è più l'allenatore della Roma. Ieri mattina l'annuncio dell'esonero con l'arrivo di Ivan Juric sulla panchina del club giallorosso. La Repubblica ha svelato alcuni retroscena che hanno portato all'esonero e a pesare sarebbero state anche le dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa da Francesco Totti. Agli occhi della manager greca, la frase "Daniele è un parafulmine" l’avrebbe ispirata proprio De Rossi: è questo che ha contestato all’allenatore, prima ancora dei risultati deludenti della sua Roma.

A pesare anche la gestione dei casi Zalewski e in particolare Dybala (oltre gli attriti con l'a.d. Lina Souloukou) con DDR che nelle scorse settimane ha presentato le dimissioni, poi respinte. La richiesta è di non far giocare il campione argentino per più di 14 partite, in modo da non far scattare il rinnovo automatico del contratto. Costerebbe 30 milioni lordi, un colpo ingestibile per le casse romaniste. Per De Rossi però quella richiesta è un’ingerenza nel suo lavoro e rimette il mandato. Ma il board americano respinge le dimissioni. Il resto è storia recente.


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