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Il pensiero di Zazzaroni sull'Italia: "Per vincere l’Europeo non ci serve mica il talento puro"

di Stefano Bertocchi

"Per vincere l’Europeo non ci serve mica il talento. Quello puro, intendo: we are italians". Comincia con questo incipit il pezzo scritto da Ivan Zazzaroni sulle colonne del Corriere dello Sport all'indomani della vittoria di misura dell'Italia contro la Bosnia nell'ultima amichevole pre Europeo.

Il giornalista batte forte sul concetto del talento tornando indietro nel tempo: "La storia ce lo insegna: se ci limitiamo agli ultimi vent’anni scopriamo che anche con Totti, Del Piero e la BBC più fresca e tonica, oppure De Rossi, Buffon, Cassano e Pirlo, arrivammo al massimo in finale. Otto anni fa l’Italia “operaia” di Conte che fu eliminata dalla Germania di Neuer, Kroos e Müller soltanto ai rigori, calciati in modo inverecondo, schierava Pellé, Zaza, Giaccherini, Florenzi, Parolo, Sturaro. Quella di Mancini che il campionato l’ha invece vinto aveva Bonucci e Chiellini in fase calante ma comunque utili, Emerson, Verratti, il capocannoniere Immobile, che criticammo perché non la buttava dentro, Insigne, Pessina, Berardi, Bernardeschi. Oggi, al posto degli eroi del Mancio, ci sono Buongiorno, per il quale il Napoli è pronto a spendere 40 e passa milioni, Bastoni, finalista della Champions 2023 e titolare dell’Inter scudetto, Dimarco, assai più forte di Emerson, Fagioli e Scamacca, che ha appena vinto l’Europa League con l’Atalanta e sul quale De Rossi e Di Biagio scommetterebbero la casa. Ne hanno tante".


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