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Garlando alla Gazzetta sull'Italia: "Ok gruppo e principi, dubbi su difesa e regia"

di Paolo Lora Lamia

Nel suo consueto fondo su La Gazzetta dello Sport, il giornalista Luigi Garlando ha parlato dell'Italia di Spalletti partendo dagli aspetti positivi come il gruppo: "Si sta formando bene. Per coltivarlo nella lunga finestra novembre-marzo, il c.t. ha chiesto di poter restare connesso ai suoi ragazzi. È un cammino obbligato. Siamo inferiori tecnicamente a troppe nazionali. Dobbiamo compensare con il cuore e la sinergia, come è accaduto spesso nella nostra storia: il silenzio stampa dell’82, il post-Calciopoli del 2006, la pastasciutta di Bonucci e Chiellini nel ’21".

Sui principi di gioco: "Tenere la palla tra i piedi e correre in avanti è il modo migliore per sentirsi forti. Lo ha fatto anche ieri, anche a rischio di pagare contro un’Inghilterra troppo forte. Empatia, principi di gioco e giovani, promessa di futuro: è la parte in attivo del primo bilancio di Spalletti. La risposta di Udogie è stata ottima, presto potrebbe toccare a Kayode. La speranza è che da novembre, con la qualificazione in tasca, possano cominciare gli esperimenti della generazione Casadei".

Chiusura sugli aspetti da migliorare: "La richiesta di aggressività senza palla espone spesso la difesa a ripartenze in campo aperto. Un rischio calcolato che, senza Bonucci e Chiellini, a Wembley abbiamo pagato caro. Spalletti dovrà rimediare educando la squadra a una maggior compattezza, recuperando centrali preziosi come Buongiorno e pregando che ne sboccino di nuovi. Anche il post-Jorginho è stato sofferto. Locatelli ha fatto bene a Bari, ma contro Malta. La scelta di due interni da incursione limita il soccorso al perno centrale in costruzione. Prossimo tagliando il 21 novembre, il giorno dopo Ucraina-Italia. Quel giorno saremo iscritti a Germania ’24 oppure in viaggio verso un nuovo spareggio da Maalox".


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