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Di Caro alla Gazzetta: "Roma, l'addio di Pinto perdita pesante per un club al bivio"

di Paolo Lora Lamia

Nel suo fondo su La Gazzetta dello Sport, il giornalista Andrea Di Caro ha parlato della separazione tra Tiago Pinto e la Roma: "I Friedkin perdono un dirigente giovane, capace, onesto e in costante crescita. È durata tre anni la sua esperienza a Roma. Arrivò nel gennaio del 2021, a sorpresa e poco conosciuto, dal Benfica. Aveva soltanto 36 anni e nessuna esperienza in Italia. La full immersion è stata immediata: Roma e la Roma, una palestra professionale e di vita affrontata con entusiasmo e serietà, senza farsi travolgere da una città che fagocita tutto e senza cambiare un carattere sobrio e poco incline a strizzate d'occhio, notizie passate per farsi pubblicità, capacità mediatiche e di comunicazione".

Prosegue: "Pinto in questi anni ha vinto una Conference, disputato una finale di Europa League e fatto molte cose buone nel mercato in entrata e in uscita, tallone d'Achille dei suoi predecessori. Ha ereditato una rosa ipertrofica, un monte ingaggi alto, giocatori in esubero che non se ne volevano andare. Si è liberato di zavorre e ha venduto a prezzi alti giovani ancora in divenire, aiutando le casse della società a cui lascia 44 milioni di utili".

In chiusura: "Pinto non ha mai tradito la fiducia della proprietà, a scapito anche di qualche rapporto personale. Ma fatica e meriti così mal distribuiti devono essergli apparsi un fardello troppo pesante da portare ancora. Cercherà fortuna altrove: lascia con eleganza, ringraziando tutti. Chi rischia dopo 4 anni di trovarsi punto e a capo è la proprietà. Senza d.s., con un tecnico in scadenza, un'infinità di dirigenti cambiati, il miglior giocatore in prestito, un nuovo stadio ancora molto lontano. La Roma appare a un bivio tra una stagione che può ancora regalare gioie e un trofeo o l'ennesima rivoluzione".


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