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Xhaka e la maglietta “Jashari”: è per il compagno o per il miliziano kosovaro ucciso nel '98?

di Dimitri Conti

Quando la Svizzera incrocia la Serbia, per Granit Xhaka non è mai una partita come le altre. Al termine della sfida vinta e valsa l’accesso agli ottavi di finale di Qatar 2022, il centrocampista dell’Arsenal ha festeggiato indossando una maglietta celebrativa con su scritto “Jashari 26”. Vista la storia di Xhaka, i cui genitori sono nati in Kosovo e da lì pure fuggiti negli anni dei contrasti con la Serbia, in molti è serpeggiato il dubbio: si sarà riferito al compagno di nazionale, il classe 2002 Ardon che ha proprio la maglia numero 26 ed è stato convocato da Yakin al Mondiale ma ancora non ha esordito, o al miliziano kosovaro Adem che negli anni delle guerre intestine ha agito in nome della causa indipendentista ed è stato ucciso dalla polizia della Repubblica Federale Jugoslava nel 1998? Data la delicatezza dell’argomento e di un eventuale messaggio di questo tenore, una risposta è stata chiesta allo stesso Xhaka nel post-partita: “Non è per niente un discorso politico. La maglia è per il mio compagno di squadra Ardon Jashari, un ragazzo giovane con cui vado molto d’accordo. Gli avevo detto che avrei indossato la sua maglia”. Quattro anni fa, durante un altro Serbia-Svizzera sempre ai Mondiali, Xhaka e Shaqiri celebrarono la vittoria mimando con le mani il simbolo dell'aquila albanese a due teste. Anche lo stesso Jashari, Ardon, ha origini dell'est Europa: possiede un doppio passaporto svizzero e macedone.


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