.

Marcello Lippi, la firma sull'ultima Champions della Juve. E il Mondiale con l'Italia

di Andrea Losapio

Dalla Toscana al mondo. Marcello Lippi è diventato più importante da allenatore che non da calciatore, nonostante nove stagioni da gregario alla Sampdoria - di cui è stato anche capitano, conoscendo però anche la Serie B - e altre stagioni fra Savona, Pistoia e Lucca. L'inizio della sua seconda carriera nel calcio è ancora in blucerchiato, allenando la Primavera, salvo poi ricalcare la propria esperienza toscana anche lì: Pontedera, Siena, Pistoia e Carrara. Fino a quando Edmeo Lugaresi, presidente del Cesena, gli consegna una squadra appena salita in Serie A, salvandosi al primo anno e poi venendo esonerato al secondo tentativo.

La svolta arriva da Bergamo: Antonio Percassi gli dà le chiavi dell'Atalanta arrivando a un passo dall'Europa. Da lì in poi il Napoli - sesto posto - e la chiamata della Juventus a prendere il posto di Giovanni Trapattoni. Tre Scudetti, la Champions contro l'Ajax, poi l'Inter e il ritorno, di nuovo, alla Juventus, vincendo altri due Scudetti. Poi la chiamata della Nazionale, con il Mondiale del 2006 e la sciagurata Coppa del Mondo 2010, l'inizio del declino della nostra nazionale. Poi in Cina: Guangzhou Evergrande con tre Scudetti e una Coppa di Cina.

Per descriverlo al meglio forse servono le parole di Roberto Baggio, nel suo libro "Una porta nel cielo", dove descriveva il rapporto complicato proprio con il suo ex tecnico. "Era un caudillo, ostentava una conduzione militaresca dello spogliatoio. Contro di me, ha usato tutto il potere di cui era in possesso, nella speranza di annientarmi [...] un attacco dopo l'altro, senza tregua, uno stillicidio". Oggi Marcello Lippi compie 76 anni.


Altre notizie