Retegui pronto al debutto con la Nazionale, ma era necessario pescare in Argentina?
Durante il pomeriggio di Maracanà, consueto appuntamento di TMW Radio, Paolo Ghisoni è intervenuto per approfondire alcuni temi riguardanti la Nazionale, che stasera farà il suo esordio nel girone C di qualificazione agli Europei 2024, scendendo in campo al "Diego Armando Maradona" contro l'Inghilterra.
La prima parte della discussione si è concentrata sulla convocazione dell'oriundo Mateo Retegui e sulla mancanza in generale di un centravanti italiano prolifico: "Era necessario pescare in Argentina? Emblematico il caso Franco Vazquez, che dopo qualche apparizione con la maglia azzurra, si è tirato indietro per tornare a vestire la maglia albiceleste. Il rischio con Retegui è proprio questo, considerando soprattutto che adesso l'Argentina è campione del mondo. Il problema principale è che quello che stanno cercando di fare a livello di federazione, non è più quello di crescere e riformare, ma adattarsi a quello che purtroppo è il sistema di oggi. Non c'è la volontà di investire in quelli che sono i vivai italiani e quindi Mancini deve fare di necessità virtù, andando a cercare tutto quello che c'è di italiano nel giro mondiale. Perché non c'è la punta? Gli attaccanti non vedono più la porta perché sono sempre a giocare in aiuto alla squadra. Inoltre, non abbiamo più centravanti che saltano l'uomo e quindi anche questa situazione si ripercuote in Nazionale. Adesso è compito della federazione andare a colmare una lacuna di questo genere".
C'è stato il tempo anche di parlare del centrocampista dell'Udinese classe 2006 Simone Pafundi, convocato ancora una volta da Mancini con la Nazionale, nonostante i pochissimi minuti avuti a disposizione con la prima squadra: "Difficilmente l'Udinese punterà su Pafundi, nonostante egli abbia rinnovato, perchè la squadra friulana di giocatori buoni italiani ne avuti tantissimi e li ha sempre venduti tutti. Non credo che in questo momento Pafundi possa rappresentare un'eccezione. Non vedo questa grossissima tradizione nel settore giovanile bianconero. C'è stato il momento di giocatori come Meret e Scuffet, poi per il resto non c'è stato un giocatore del vivaio dell'Udinese che è diventato una bandiera della squadra bianconera. Questo è un discorso che accomuna diverse società: l'italiano non attecchisce, ed è proprio questo il guaio di Mancini. Purtroppo, le occasioni fuori ci sono. Da noi, invece, non si ha la pazienza e non c'è nemmeno la voglia di tutelarli, anche perchè poi non ci sono neanche le regole che ti tutelano in questa scelta".
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