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Ghisoni: "L'Inter ha pensato di essere più forte dell'Atletico e non ha percepito i pericoli"

di La Giovane Italia

Durante l'ultima puntata di Maracanà, Marco Piccari e Stefano Impallomeni hanno analizzato nel dettaglio, insieme ai loro ospiti, l'eliminazione dalla Champions da parte dell'Inter di Simone Inzaghi.

Paolo Ghisoni, direttore de La Giovane Italia, ha sottolineato come, a suo giudizio, i nerazzurri abbiano pensato di essere superiori per certi tratti della partita, peccando un po' di indolenza: "Partirei da alcune parole che mi sono segnato l'altra sera di Fabio Capello. "Ho visto a tratti una squadra presuntuosa", poi finisci per perdere perchè pensi di essere più forte. Mercoledì ho avuto la prima sensazione, per l’Inter, di giocare un match pugilistico. “Prenderle e darle”, solo che la percezione è che l’Inter questa cosa, in campionato, non l’abbia mai trovata: di darsela a mani aperte con una squadra, sia perchè è molto più forte, sia perchè le altre a volte si adeguano. Mi sembrava uno dei match di Ali, quando era talmente più forte che scherzava con gli avversari o si permetteva di gigioneggiare. Eppure i pericoli, dopo 5 minuti, che il match fosse in bilico erano evidenti: c'era stata quella disattenzione con Pavard e Darmian, che eri comunque riuscito a superare. Sull’1-0 credi veramente di essere più forte, si era pure spenta tantissimo l’onda del Metropolitano. È vero, c'è stato l'errore di Pavard, ma poi sull'1-1 vai in porta due volte e hai quella sicurezza di dire "...intanto la partita la portiamo a casa". Senza considerare che poi loro possono permettersi cambi come Depay e Correa , che hanno tirato fuori quelle paure avute col Porto nel finale. Il problema di fondo è che l’Inter non ha percepito i pericoli che stavano arrivando, perchè dal mio punto di vista ha pensato di essere più forte e ha peccato, diciamo così, di indolenza".

"Il piano tattico era perfetto - ha proseguito Ghisoni nella sua analisi - Pensavo che all’inizio l'Inter subisse un po’ ma che poi si sarebbe rivelata pericolosa con Dumfries e Dimarco, cosa che si è verificata, inoltre è riuscita a mandare in porta Barella e Thuram davanti a Oblak. Il piano tattico era giusto, è stata un po’ supponente perchè gli spaventi che ci sono stati ricordavano quel famoso finale con il Porto. Vuol dire che non hai fatto tuo questo tipo di atteggiamento, nonostante questo pericolo lo si avvertisse".


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