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Un gol per ripartire. Oppure Bernardeschi è già praticamente un corpo estraneo alla Juve?

di Andrea Losapio

Il gol di Federico Bernardeschi contro l'Estonia ha una valenza molto particolare. Perché se è evidente che la Juventus di Andrea Pirlo abbia molti problemi, uno di questi è la vena dell'ex Fiorentina. Doveva essere un novello Roberto Baggio, più per la provenienza che non per la classe o il bagaglio tecnico, comunque un motivo per cui Firenze doveva eventualmente rimpiangerlo. Invece al netto di qualche prestazione super, una in particolare in Juventus-Atletico 3-0 (con tripletta di Ronaldo), Bernardeschi ha dato poco, troppo poco.

È vero che il calcio gode nel portare alle stelle un giocatore, per poi vederlo nella polvere subito dopo. E che rispetto a vent'anni fa, quando un giocatore faceva spola tra panchina e undici titolare nella Juventus, c'è molta più pressione, anche solo per la cifra pagata. I 40 milioni di euro sono una spada di Damocle, ma è solo liberandosi dal cartellino che è possibile inquadrare il giocatore e valutarlo in maniera ragionevole. Bernardeschi fenomeno non è, ma nemmeno il giocatore di basso livello che in molti vorrebbero dipingere. Non è Neymar, forse nemmeno Douglas Costa, ma sarebbe titolare in molti club di A, forse tutti tranne l'Inter per incompatibilità tecnica (e l'Atalanta, ma con un Ilicic al top).

L'esultanza di Bernardeschi è evidentemente la cartina tornasole di un malessere evidente. Di chi per due anni è stato titolare in Nazionale, facendo più che discretamente, avvicinandosi a Euro2020 sempre in formazione. E che vede scivolarsi tra le mani la Juventus, prima, la maglia azzurra, poi, in mezzo a moltissime critiche. Al netto di tutto, il passaggio dalla Fiorentina al bianconero è stato un triplo salto indietro per gol e prestazioni. Riprendersi per un salto di qualità a ventisei anni dev'essere l'obiettivo, anche se non è detto che sia del tutto possibile e non sia già bruciato. Chissà se un gol all'Estonia può aiutare.


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