.

Rinnovare ora con Mancini fino al 2026 non sembra una scelta da calcio italiano

di Marco Conterio

L'Italia ha rinnovato il contratto di Roberto Mancini fino al 2026 prima dell'Europeo, prima del Mondiale, prima di un altro Europeo e prima di un altro Mondiale, è la miglior scommessa possibile del calcio italiano. Perché viviamo in un calcio fatto di continue incertezze, di voci e rumors, che pure son benzina e motore portante dei sogni dei tifosi. Solo che la Nazionale è un'altra cosa, un altro mondo. Vive in una stanza sua, diversa, unica. In un universo parallelo dove non c'è bisogno di mercato, d'acquisti, di denari, ma solo di certezze. Di poche scommesse e di molte realtà. Roberto Mancini che rinnova ora prima che inizi il ballo, prima di due Europei e di due Mondiali, è un segnale bellissimo.

UNA SCELTA NON ITALIANA Senza giri di parole, quella di Gabriele Gravina è una scelta inconsueta e coraggiosa, perché poco italiana. Perché è restare sul binario, aprire un ciclo duraturo prima che arrivino i risultati. Significa guardare oltre, avanti, lontano, distante. Altro che campare alla giornata, la Federazione ha fatto quello che ogni società illuminata dovrebbe fare. Credere nelle proprie idee. Mancini ha dimostrato di racchiudere ogni caratteristica del commissario tecnico perfetto, eccezion fatta per una ancora da scoprire e che pure è quella più importante. Sa farsi voler bene dai senatori, sa guidarli, fa giocare bene la squadra, le ha dato un'identità, non ha timore nel puntare nei giovani e sa come valorizzarli. Resta un interrogativo, che volente o nolente è la risposta ultima per valutare a pieno un ciclo. E' vincente, anche in azzurro? La Federazione ha scelto di darsi del tempo, di scommettere su un ciclo. Con Mancini alla guida. Chapeau.


Altre notizie