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L'appetito vien mangiando, il Milan e un mercato per continuare a sognare. Senza spendere

di Raimondo De Magistris

Nel giorno di Mario Mandzukic, il Milan può già intravedere la fine di un mercato di gennaio che in casa rossonera - dopo Meite e il centravanti croato - potrebbe fermarsi all'arrivo di Fikayo Tomori. Dopo l'infortunio di Simakan, che dovrà restare ai box per circa due mesi, il club rossonero s'è fiondato sul difensore angolo-canadese e ha accettato la richiesta del Chelsea di cedere il giocatore solo in prestito o, al massimo, con un diritto di riscatto molto alto.
Tomori quest'anno, a differenza di quanto accaduto nella passata stagione, non ha trovato spazio tra le fila dei blues. Ma è un classe '97 che ha alle spalle altri due stagioni giocate da titolare e più in generale è l'ultimo tassello di una campagna acquisti che fa capire bene le intenzioni del Milan: continuare a lottare per lo Scudetto.

Perché Meite e soprattutto Mandzukic sono innesti pensati per l'immediato. Che magari potranno restare anche in futuro, ma intanto arrivano a Milano per dare una mano subito a una squadra che ha dimostrato di saper vincere anche nell'emergenza, ma che non ha la profondità di rosa di Inter e Juventus. Né la loro esperienza. E allora ecco il centravanti croato, che non gioca ad alti livello da un anno e mezzo ma che per Maldini potrà essere aiuto fondamentale per Ibrahimovic e Pioli per trascinare la squadra verso lidi inattesi.

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Il mercato si fermerà dopo Tomori? Chissà. Perché quella del Milan è anche campagna trasferimenti in cui, di fatto, non è stato ancora investito quel tesoretto accumulato e non speso lo scorso settembre. Meité è arrivato in prestito per 500mila euro con diritto di riscatto. Tomori arriverà con la stessa formula e Mandzukic da svincolato. L'unica operazione fin qui definita a titolo definitivo - o quasi - è in uscita, è quella riguardante Andrea Conti che il Parma sarà obbligato a riscattare in caso di permanenza in Serie A.
Il Milan, insomma, fin qui s'è rinforzato senza spendere. Mosse oculate ma che certificano di una nuova volontà del mondo rossonero, che non si accontenta più di arrivare solo tra le prime quattro.


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