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Fonseca non cambia il Milan, ma uno è in dubbio. E elogia Gabbia: "Tra i più forti con la palla"

di Alessio Del Lungo

Trovare le motivazioni in una partita come il derby non può essere difficile, mentre ripetersi e rimanere continui nel tempo è complicato. Lo sa bene anche Paulo Fonseca, allenatore del Milan, che nella conferenza stampa della vigilia del match in casa contro il Lecce ha spiegato che per farlo ricorrerà, se possibile, alla stessa formazione vista contro l'Inter: "Dobbiamo stare attenti, è una partita pericolosa, non possiamo sbagliare. Mi piace far ruotare tutti i giocatori, ma bisogna capire i momenti. E ora è il momento di non cambiare troppo, di dare stabilità. In futuro sì, lo faremo. L'unico in dubbio è Morata, ha una borsite".

Il tecnico dei rossoneri si è soffermato anche sui singoli, elogiando l'impatto di Tammy Abraham, che "ha un'energia contagiosa, è importante anche in allenamento" e rispondendo a una domanda pure su Leao, il cui rendimento è ancora al di sotto delle aspettative: "Stiamo lavorando molto, anche individualmente con Rafa, difensivamente. Ed è chiaro per tutti che sta crescendo, anche se può fare meglio. Ha avuto tre opportunità nel derby per essere decisivo. Non mi sembra che non possa essere un giocatore decisivo, anche facendo di più in difesa". Parole al miele pure per Gabbia: "Sta giocando perché lo merita, tra i centrali è uno dei più forti con la palla tra i piedi e nel costruire". Inoltre si è mostrato fiducioso anche per quanto riguarda Chukwueze, che ha solo bisogno di prendere fiducia e giocare in contesti in cui non ha gli spazi che ama avere, ed Emerson Royal, che deve progredire in fase difensiva. Fonseca ha le idee chiare anche su chi è insostituibile: "Reijnders è unico".

Infine ha anche trattato anche un tema che gli sta molto a cuore, ovvero la mancanza di equilibrio nei giudizi: "Noi latinos siamo così, i portoghesi sono lo stesso. A Roma era lo stesso: se vinciamo siamo i migliori, se perdiamo... Non voglio dire questa parola (ride, ndr). Quando ero in Portogallo, mio figlio mi diceva che i tifosi erano arrabbiati con me... Io gli ho risposto: 'Gli stessi tifosi che oggi sono arrabbiati, domani mi batteranno le mani'. Io sono l'allenatore, devo essere equilibrato. Non ho nessun sentimento per chi era contro di me e che ora sono con me".


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