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Caos Zozulya in Spagna: "Non sono razzista, il mio miglior amico è nero"

di Giacomo Iacobellis

Roman Zozulya torna a far parlare di sé, per le sue simpatie di estrema destra e non solo. Il calciatore ucraino dell'Albacete, più volte apostrofato come "nazista" dai tifosi avversari, domenica scorsa si è infatti rifiutato di tornare in campo insieme ai suoi compagni per il secondo tempo del match contro il Rayo Vallecano. Il risultato? Gara sospesa dopo appena 45 minuti dal direttore di gara all'Estadio de Vallecas, un unicum nella storia del calcio spagnolo.

Per commentare e chiarire quanto accaduto, l'attaccante classe '89 è intervenuto quest'oggi in conferenza stampa: "Sono tre anni che soffro per quanto mi viene detto da alcune persone, io sono semplicemente un calciatore. Ho fondato un movimento civile volontario nel mio Paese con l'obiettivo di salvare delle vite, ma questo non ha mai avuto niente a che fare con le armi. Aiutare l'Ucraina non è un delitto".

Zozulya era stato prelevato in prestito proprio dal Rayo Vallecano a gennaio 2016, salvo salutare neanche un mese dopo il club di Madrid per tornare al Betis: "Al Rayo, dopo aver firmato il contratto, sono stato mandato via perché razzista: qualcosa di totalmente falso perché il mio migliore amico è Jérémie Bela, un calciatore di colore".

"La Spagna è la mia seconda casa, sono qui da tanti anni e voglio ringraziare la società e i miei compagni per il sostegno che mi hanno dato. Io penso solamente a vincere e a difendere la maglia dell'Albacete. Il resto non mi interessa", ha concluso il giocatore. Zozulya è stato accompagnato in sala stampa da alcuni giocatori della sua squadra.


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