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Il campionato sarà sospeso, non è una questione di se ma solo di quando. Chiuso per Coronavirus

di Andrea Losapio

Fossimo in un fumetto degli anni novanta, probabilmente ci sarebbero i bivi. Se scegli quello sbagliato si conclude la storia, quell'altro va avanti con un sacco di avventure, notizie e novità. Il problema è che da due settimane, dal paziente 1 di Codogno, andiamo avanti con una situazione apparentemente - e probabilmente - insostenibile. Quella di avere un campionato rimandato, rimandabile, a porte chiuse. Un mondo che è probabilmente infetto - e la colpa non è solo nostra - ma che preferisce mettere la testa sotto la sabbia, mentre in Italia non puoi entrare in Lombardia, in altre province dell'Emilia, con la sola fortuna di non scavalcare il Rubicone di Giuliana memoria. Il dado è tratto, probabilmente già da un po', ma siamo qui a tirarlo per le lunghe. Verrebbe da chiedersi perché, ma da un altro lato bisogna pensare a chi è più debole, alle persone immunodepresse, a un vaccino che non c'è (ancora). Ritorneremo alla normalità e ci dimenticheremo di quel che è successo finora. Bisognerà capire quando: fra un mese? Per l'Europeo? A settembre?

Intanto il calcio va avanti, forse. Perchè Gravina oggi ha detto che basta un infettato per fermare il carrozzone. In realtà pare che basti un addetto ai lavori. Ora, la percentuale è altissima per i calciatori ma lo è per chiunque di noi, figuriamoci per le persone che vengono a contatto con chi in campo ci va davvero. La realtà è che il calcio italiano è chiuso per Coronavirus. Fosse una vignetta dei fumetti saremmo felici. Invece non lo saremo, oggi o fra due settimane, limitandoci a essere chiusi. Bene? Male? Lo sapemo a inizio aprile. Speriamo.


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Domenica 19 Maggio 2024