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TMW RADIO - Ad Palermo: "Ripresa, in D non ci sono le condizioni. La Serie A è discriminata"

di Dimitri Conti

Rinaldo Sagramola, ad del Palermo, è intervenuto in diretta nel corso di Tutto Calcio Femminile, trasmissione di TMW Radio, cominciando nel suo ragionamento di un futuro con il calcio femminile per i rosanero: "Sapete purtroppo che il vecchio Palermo è fallito, ora noi abbiamo la responsabilità di farlo ripartire, e nel progetto c'è anche la squadra femminile, per dare impulso a una divisione che può rappresentare un'opportunità per chi fa calcio. Mi permetto di dire che la FIGC, pur nel meritorio obiettivo di incentivare l'attenzione, ha sbagliato approccio, ponendo obblighi alle società di tesserare le bambine, facendo vivere un certo fastidio a chi ancora è poco abituato a ragionare in termini femminili. Un approccio diverso, con incentivi più che obblighi, avrebbe potuto portare maggiore entusiasmo. Io all'epoca ero al Brescia, e quando arrivò quest'obbligo facevamo fatica. E la squadra femminile già è un impegno economico comunque considerevole. La nostra proprietà ci tiene particolarmente allo sviluppo del settore femminile".

Lei si è un po' arrabbiato per i decreti del Governo. Si giocherà o no in D?
"Temo non ci siano le condizioni a questi livelli. Noi saremmo pronti a far fronte agli oneri, però oggettivamente credo che nelle categorie inferiori si potrà riprendere con difficoltà. Trovo curioso che si mostrino invece così negativi nei confronti della Serie A, hanno le massime garanzie e fin dal 4 maggio secondo me avrebbero permesso agli atleti di allenarsi. La trovo una discriminazione ingiustificata".

Ogni regione in Italia poi sembra viaggiare a velocità differenti.
"Non riesco a farmene una ragione, ci sono differenze evidentissime. Qui in Sicilia, per esempio, la situazione sembra totalmente sotto controllo: si temeva un tracollo, anche per il rientro di tanti studenti dal Nord, ma ciò, scongiurando, non sembrerebbero esserci quegli effetti temuti. Arriverà il momento in cui si dovrà ripartire, anche perché il rischio zero non esiste. Bisogna metterci nelle condizioni di far fronte al virus".


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