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Dalla fascia alle lacrime per il figlio. Quello visto in Svezia è un Ibrahimovic più umano

di Tommaso Maschio

Dalle parole di miele per i compagni alle lacrime per il figlio Vincent. Quello visto oggi in conferenza stampa in Svezia è uno Zlatan Ibrahimovic più umano e lontano dal personaggio Zlatan che spesso si impossessa di lui, come si è visto anche nell’ultimo Festival di Sanremo. L’attaccante del Milan infatti, nonostante sia la stella più brillante e vincente della formazione scandinava, ha scelto il profilo basso per questo suo ritorno a distanza di cinque anni dall’ultima volta spiegando di non voler accampare pretese sulla fascia di capitano (“Nella mia testa è Andreas Granqvist, ma spetta poi al ct decidere”), né sul numero di maglia. Anzi per quanto riguarda quest’ultimo tema Ibrahimovic ha ammesso di aver rifiutato la maglia numero 10 offertagli da Forsberg e di aver chiesto a Isak, giocatore che ha 18 anni meno del rossonero, il permesso di prendere la numero 11. Infine le lacrime di commozione vera quando gli è stato chiesto di suo figlio Vincent con cui si è riunito prima del ritiro con la Nazionale: “"Vincent ha pianto quando me ne sono andato, ma ora va bene".


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