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Perrone (CdS): "La Juve e la noia paralizzante della superiorità"

di Luca Bargellini

Nel suo fondo oggi sulle colonne del Corriere dello Sport Roberto Perrone torna ad analizzare la sconfitta della Juventus arrivata sul campo del Napoli. Eccone un estratto: "Dal 2011 ad oggi, da quando Antonio Conte cominciò la striscia di successi poi continuati da Max Allegri, abbiamo assistito a (rare) sconfitte in cui la bravura degli avversari era quasi oscurata dall’atteggiamento negativo juventino. La scarsa intensità emotiva si può tradurre in noia da evidente superiorità. Ogni tanto la Juventus, pur cambiando tecnico, ha questi momenti di spleen, li avrebbe definiti Baudelaire, cioè di “noia paralizzante”.
Si tratta di una condizione a metà tra la supponenza e la convinzione della propria forza, un atteggiamento che viene dalla coscienza della propria diversità. Se non fosse così davanti alle altre, per forza di società e di squadra, le sue sconfitte avrebbero un andamento differente. [...] La verità è sempre la stessa: per quanto i rivali siano bravi, per quanto si impegnino (e la Juve dà una spinta a tutti) lo scudetto andrà in un altro luogo se sarà la Juventus a cominciare a scucirselo dalla maglia. Il primo rivale della squadra di Maurizio Sarri è la squadra di Maurizio Sarri e la “l’intensità emotiva” reiterata potrebbe diventare pericolosa. [...] In questo anno sociale, però, c’è una differenza. Le avversarie, Inter e Lazio, sono più vicine, più agguerrite, la distanza si è ridotta, c’è rampantismo nelle inseguitrici".


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