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Morte Bergamini, 7ª udienza. Simoni: "Una frase mi fece capire che Denis non s'era suicidato"

di Gaetano Mocciaro

Nella giornata di ieri a Cosenza c'è stata la settima udienza del processo relativo l'omicidio di Donato Bergamini, l'ex centrocampista del Cosenza trovato morto il 18 novembre 1989. Luigi Simoni, ex compagno di squadra nonché amico dello sfortunato calciatore, dopo 5 ore di deposizione ha risposto alle domande dei giornalisti presenti all'uscita dal Tribinale: "Io ho perso un fratello e questo è l’unico punto debole della mia vita. Loro possono dire quello che vogliono ma se io fossi stato qua non sarebbe andata a finire così sicuramente, avremmo fatto di tutto perché lui non perdesse la vita”.

Simoni spiega le ragioni per cui ha subito capito che non si era trattato di suicidio: "Il giorno dopo la morte di Denis ho sentito una frase attribuita alla signora Internò (l'ex compagna, imputata per omicidio volontario e pluriaggravato, ndr) nella quale lei avrebbe riferito che Denis prima di lanciarsi sotto il camion avrebbe detto “ti lascio il mio cuore ma non il mio corpo” e lì ho avuto la conferma che Denis non si è suicidato. Ho vissuto con lui 4 anni e so quello che dico, lo conoscevo bene: quella non è una frase del suo repertorio, sicuramente, non l’avrebbe mai detta”.

Che effetto le ha fatto rivedere Isabella Internò dopo tanto tempo?
"I nostri sguardi si sono incrociati più di una volta ma lei sempre per prima l’ha abbassato, io mai”.


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