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LIVE TMW - Milan, Gattuso: "Bakayoko? Ora Basta, pensiamo solo alla maglia"

di Antonio Vitiello

Dopo il match contro il Bologna, che ha chiuso il 35esimo turno di serie A, parla il tecnico del Milan Gennaro Gattuso. Segui le parole dell'allenatore rossonero su Tmw.

Tre punti fondamentali? "Ho visto una squadra incazzosa perchè erano arrabbiati con me in ritiro, negli occhi vedevo il veleno. Oggi pur giocando male, pur facendo il compitino e pur avendo sofferto, abbiamo portato a casa la vittoria. Abate, Mauri, Zapata avevano i crampi alla fine, abbiamo finito in sette, abbiamo fatto tanta fatica".

Bakayoko? "Sono cose di cui voglio parlare dentro il mio spogliatoio. Ci ha messo 7-8 minuti per mettersi i parastinchi e prepararsi e ho fatto una scelta. La priorità è l'A.C. Milan. Io nella mia carriera quando ho sbagliato ho sempre chiesto scusa. Nello spogliatoio sentiranno tutti quello che dobbiamo dirci. Abbiamo già regalato già troppo il derby e l'abbiamo pagata cara. Si è parlato mesi e mesi sulle maglie di Acerbi. Vi abbiamo dato modo di dover parlare. Dobbiamo pensare a giocare a calcio. Priorità all'A.C. Milan, non all'ego, a me preoccupa solo la morte".

Gli altri episodi con Bakayoko? "Basta, ora pensiamo a giocare a calco, perchè si indossa una maglia gloriosa. priorità al Milan e a chi ci paga"

Cosa ti è piaciuto della partita? "Mi è piaciuto lo spirito. Oggi abbiamo calciato anche dei calci piazzati come si deve".

Sui giocatori: "Ci si guarda in faccia. Non deve esistere la parola 'io'. Anche a casa con i miei figli esiste un 'noi'. Se vuoi parlare di 'io' vai a giocare a tennis. Io non sono arrabbiato, son nato arrabbiato. Io nei momenti di difficoltà ci vado a nozze, penso di dare il meglio di me quando ci sono le difficoltà. Forse mi sono addolcito troppo, perchè ho un ruolo".

Sulle prestazioni di Abate, Zapata e Borini: "Hanno il veleno. Ignazio ha sempre fatto bene, è stato fuori immeritatamente. Se siamo a 59 punti significa che non è tutto da buttare via. L'asticella l'ho voluta alzare io, è successo tanto a livello di infortuni e a livello della proprietà. L'errore più grande mio è stato quello di parlare troppo di tante cose che non ci riguardavano. L'allenatore è un uomo solo, vi dimenticate che di notte ti ritrovi a rimuginare, a cercare di mantenere gli equilibri. Ad un certo punto, però, devi andare alla ricerca di qualcosa di diverso e io ci ho messo un po' a capirlo".

Se ha visto qualche miglioramento: "Sono d'accordo. Tante volte potevamo verticalizzare e non ce la siamo sentita, passando il pallone sempre indietro. E questo non mi è piaciuto".

Su quando tornerà lo stile Milan: "Non lo so. Io mi ripeto, qualcuno forse mi prenderà in giro, questa è una squadra giovane e che ha grandi margini di miglioramento. E' una squadra che deve imparare a gestire la pressione. E' l'età che porta ad episodi come quello di Paquetà, in cui tocca l'arbitro senza volerlo, preso dalla foga. Questo era un club in cui solo ammirare giocatori che hanno vinto tre coppe dei campioni e l'umiltà, vedere che prendevano degli antiinfiammatori pur di scendere in campo. Nel mondo d'oggi tutto questo sta venendo a mancare, non parlo solo del mio spogliatoio. Il Milan è una macchina perfetta, però le regole non ce le facevano rispettare Ancelotti, Berlusconi o Galliani, ma i giocatori. Son cambiati i tempi, è cambiato anche il ruolo del genitore, è vero. Però ci sono delle regole e certe volte questo viene a mancare. Il Milan deve ritrovare questi valori".

Sui giocatori: "Ci si guarda in faccia. Non deve esistere la parola 'io'. Anche a casa con i miei figli esiste un 'noi'. Se vuoi parlare di 'io' vai a giocare a tennis. Io non sono arrabbiato, son nato arrabbiato. Io nei momenti di difficoltà ci vado a nozze, penso di dare il meglio di me quando ci sono le difficoltà. Forse mi sono addolcito troppo, perchè ho un ruolo".

Finita la conferenza di Gattuso


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