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Fiorentina: il gioco che non c'è

di Redazione TMW
Fonte: Mario TENERANI per Firenzeviola.it

Il giornalista Mario Tenerani scrive oggi su FirenzeViola:
Dopo 6 giornate non si fanno processi definitivi, ma si comincia a far suonare i campanelli di allarme. E per la Fiorentina non sono pochi. Bisogna pure smettere di dibattere a lungo sulla difesa a tre o a quattro perché non passa da lì la soluzione dei problemi viola. Concentriamoci sui principi di gioco e sulla interpretazione che offrono i giocatori. La Fiorentina ha pareggiato contro Parma, Venezia, Monza e Empoli, non esattamente le prime della classe. Ha perso contro l’Atalanta, e ci può stare, poi ha vinto una sola partita contro una Lazio rivelazione del campionato (bravissimo Baroni), grazie, va ricordato, a due calci piazzati realizzati da Gudmundsson. Il bottino è troppo magro. In queste gare abbiamo visto 44 minuti di livello a Bergamo, un buon secondo tempo con la Lazio e niente altro. Significa che ad oggi Palladino non è ancora riuscito a trovare il canovaccio della manovra. Non si capisce quale gioca faccia o voglia fare la Fiorentina. Non c’è ancora una identità. Il timbro che ti permetta di riconoscere undici uomini sia che perdano o che vincano. La Fiorentina di Italiano aveva pregi e difetti, ma era visibile a tutti la traccia della sua geometria, l’obiettivo che perseguiva. Oggi non è ancora così.

Sicuramente Palladino non è stato aiutato da una società che gli ha portato 4 giocatori nelle ultime 24 ore, ma adesso siamo al 30 settembre, insomma di tempo ne è passato, l’alibi diventa più debole. Ci sono cose che non vanno e che vanno risolte al più presto. Ce le ha raccontate Kouame nel post gara, sia a Sky che in sala stampa. Un “j’accuse” dai toni garbati, ma dai contenuti duri: pronunciato da uno dei veterani dello spogliatoio che ieri a Empoli ha indossato la fascia di capitano per la prima volta: “In attacco ci è mancato di giocare uno per l’altro. Se segno io o un altro è uguale, basta vincere… Ci sta mancando di aiutare i compagni per segnare. Si migliora solo giocando da Fiorentina, cioè tutti insieme, tutti coinvolti e allora si vince. Tanti giocatori nuovi possono giustificare una partita così? Assolutamente no, non può essere un alibi lavoriamo assieme da più di un mese. Bisogna pensare tutti insieme: se io gioco per uno e l’altro pensa a se stesso, così non si fa mai gol…
Dobbiamo essere l’uno per l’altro. Ci manca il concetto di squadra, davanti dobbiamo essere più altruisti. Se uno è messo bene e l’altro tiene la palla perché vuole segnare lui non va bene”. Abbiamo riportato fedelmente le parole di Kouame perché vanno lette e rilette, sono la fotografia di cosa sia al momento la Fiorentina. Anzi, di cosa non sia: una squadra. È grave. Non c’è mutuo soccorso in campo, non ci si aiuta principalmente in attacco, l’egoismo prevale sull’altruismo. I 7 punti in classifica sono in parte o totalmente spiegabili con il Kouame-pensiero. Quindi, al lavoro: Palladino deve mettere le mani nel motore, sostituire se necessario qualche pezzo e far viaggiare questa macchina. Che non sarà da primi posti, ma nemmeno da questa classifica mediocre.

Il commento del giornalista Angelo Giorgetti:
Piú scooter in superstrada che tiri in porta. Piú equilibrio in difesa e meno forza in attacco, con Kouame e Colpani esterni di attacco dedicati soprattutto alla copertura sulla fascia. Gud non puó essere sempre mister Wolf e a centrocampo manca chi costruisce con i neuroni che fanno la differenza. Passare a 3 con Adli regista no?
In sintesi: la strada è ancora lunga (più della superstrada).

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