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Dubbi e protocolli sanitari, l'avv. Colucci (FIFA): "Un calciatore non può rifiutare di allenarsi"

di Tommaso Bonan

Il più grande interrogativo è capire se e quando ripartirà il campionato, ma ci sono anche altre questioni aperte. Fra queste, la discussione sui protocolli sanitari per la ripresa degli allenamenti. La esamina - nell'intervista a Il Mattino - l'avvocato Michele Colucci, esperto di diritto sportivo e membro della commissione FIFA sulle controversie di club e tesserati (Dispute Resolution Chamber): "Un calciatore può rifiutarsi di riprendere la preparazione per timore di essere contagiato? No. Un calciatore può esternare i propri timori ma non può rifiutarsi appunto in presenza di un protocollo sanitario che consente al dipendente - su un campo di calcio, in ufficio, in fabbrica - di lavorare in sicurezza. Se i colleghi di lavoro iniziano l'attività, seguendo il protocollo, il singolo può chiedere la verifica delle misure in atto ma non può rifiutarsi. Discorso che vale anche per chi, attualmente all'estero, non intenda rientrare".


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