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Andrea Scanzi: "Hugo Maradona, una vita all'ombra di Diego"

di Redazione TMW

Vivere nell’ombra di parenti oltremodo ingombranti è una condanna rara.
Lo sanno i figli d’arte e non solo loro.
Hugo Maradona, per chi ha più di 40 anni e ama il calcio, è un nome a suo modo indimenticabile. Fu preso dall’Ascoli più che altro perché lo volle suo fratello, con cui peraltro incrociò gli scarpini in un match di serie A della stagione 1987/88. La sua stagione nelle Marche non fu indimenticabile. E non lo furono neanche le successive, vissute da trequartista non trascendentale (ma dal cognome enorme) in giro per il mondo.

Nato come il fratello a Lanus nel 1969, aveva comprato casa a Monte di Procida, in provincia di Napoli. L’hanno trovato morto stamattina, a 52 anni. Un anno e un mese dopo Diego, quasi che la sua vita fosse una sorta di condanna a ripetere con meno luce le gesta enormi (nel bene e nel male) di quel fratello-divinità.
Trovo che la parabola di Hugo Maradona, nel suo malinconico “anonimato”, sia spietata e tremenda. La vita, a quel piccolo 10 figlio di un Dio minore e fratello di un Dio maggiore, non gli ha proprio scontato nulla.
Gli sia lieve la terra.


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