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2 aprile 1998: il Vicenza vince contro il Chelsea per 1-0. È a un passo dalla finale di Coppa Coppe

di Andrea Losapio

Dalla terza serie alla semifinale di Coppa delle Coppe in cinque anni. Succedeva anche questo quando il calcio non era fatto solamente da sponsor ricchissimi e proprietari altrettanto facoltosi. Ed è la storia del Vicenza degli anni novanta, quando i biancorossi sembravano destinati a una gloria imperitura dopo avere vinto la Coppa Italia l'anno prima. Sconfitta per uno a zero all'andata, gol di Fabio Pecchia, vittoria per 3-0 - ai supplementari - al ritorno, quando c'era un doppio confronto a determinale la finale. Maini, Rossi e Iannuzzi, un capolavoro all'italiana.

Quasi come quello accaduto l'anno successivo, proprio in Europa. Il debutto è contro il Legia Varsavia, 2-0 firmato da Luiso e Ambrosetti, mentre al ritorno è 1-1. Ostacolo successivo gli sconosciuti (allora) dello Shakhtar Donetsk, battuti sia all'andata che al ritorno. Curiosità: per gli ucraini andò a segno Atelkin, meteora del Lecce nell'annata successiva. Ai quarti di finale una passeggiata olandese, visto che l'andata finisce 1-4 per il Lane, 5-0 al ritorno senza particolari problemi.

Si arriva così al 2 aprile del 1998, quando al Menti di Vicenza c'è il Chelsea di Gianluca Vialli, player manager. È l'ultimo ostacolo verso una finale impensabile. L'undici è questo: Brivio, Belotti, Mendez, Dicara, Viviani, Schenardi, Di Carlo, Ambrosini, Ambrosetti, Zauli, Luiso. Allenatore, ovviamente, Francesco Guidolin. Al quindicesimo c'è addirittura il vantaggio di Zauli che con un dribbling e il sinistro va a ricamare l'1-0 con cui terminerà la partita. Il Chelsea sfiora il gol in diverse occasioni, senza però riuscire a sfondare. Al ritorno, purtroppo, sarà altra storia.


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