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19 dicembre 1992, muore Gianni Brera, uno dei più importanti giornalisti italiani

di Lorenzo Marucci

Il 19 dicembre 1992 a Codogno, in Lombardia, muore Gianni Brera, uno dei più importanti giornalisti sportivi (e non solo) italiani. Con la sua penna raffinata si mise in luce al Guerin Sportivo per poi passare nel 1945 alla Gazzetta dello Sport, chiamato da Bruno Roghi. Per la rosea si occupò inizialmente di atletica e ciclismo fino a diventare direttore del giornale. Poi passò a dirigere la redazione sportiva del Giorno e, dopo essere tornato per un breve periodo alla Gazzetta, scrisse per il Giornale di Montanelli. Nel 1982 passò alla Repubblica. Brera si fece apprezzare anche come scrittore (tra gli altri libri ricordiamo 'Il corpo della ragassa') ed è rimasto nella mente di tutti per il suo stile brillante, moderno e al tempo stesso classico, che affondava le radici in una cultura raffinata. Celebri i suoi neologismi, da melina ad Eupalla e anche i suoi soprannomi: da Abatino (soprannome di Rivera) a Rombo di Tuono (così chiamava Riva). Da Piper - per Oriali - a Piscinin (per Baresi). Morì in un incidente automobilistico: un'auto invase la corsia della macchina su cui viaggiava Brera e i tre occupanti furono uccisi sul colpo.


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