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14 luglio 2005, il Palermo annuncia la cessione di Toni alla Fiorentina: scoppia la contestazione

di Alessio Del Lungo

Maurizio Zamparini, ex presidente del Palermo, dopo aver riportato la squadra in Serie A a oltre 30 anni di distanza dall'ultima volta, era visto come un idolo dai tifosi, che lo supportavano in tutto e per tutto. I rosanero conquistarono nella stagione 2004-2005 una storica qualificazione in Coppa UEFA, ma qualcosa in estate andò storto. Prima Guidolin lasciò il club, poi, malgrado gli arrivi di Makinwa e Caracciolo, il 14 luglio di 19 anni fa la società annunciò la cessione di Luca Toni alla Fiorentina e la piazza insorse contro il patron.

L'attaccante aveva segnato 20 gol, mentre in Serie B era arrivato a quota 30: il calcolo è semplice, 50 in due anni. Appena finito il campionato, il Palermo si affrettò a dichiararlo incedibile a meno di offerte intorno ai 20 milioni di euro, che per quell'epoca erano tantissimi. Il problema è che poi le cose andarono diversamente con il centravanti che salutò la Sicilia per una cifra compresa tra i 10 e gli 11,5 milioni di euro. Qualcuno dette del mercenario a Toni, altri criticarono aspramente Zamparini.

A posteriori si può affermare che i rosanero commisero un errore di valutazione davvero clamoroso. Rino Foschi, allora direttore sportivo del Palermo, consigliò di privarsi del bomber perché lo considerava a fine ciclo, nonostante non avesse particolari problemi fisici. A Firenze segnò 31 gol in 38 partite, niente male come risposta alle troppe chiacchiere. E, come se non bastasse, vinse poi il Mondiale 2006 in Germania, segnando una doppietta ai quarti contro l'Ucraina.


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