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12 aprile 2000, Ronaldo torna in campo. E si spacca tutto, iniziando un inferno

di Andrea Losapio

Il 12 aprile del 2000 allo stadio Olimpico di Roma si gioca Lazio-Inter di Coppa Italia. Quarantamila persone sugli spalti che sperano di godere del rientro del brasiliano Ronaldo, stella di primissima grandezza del calcio Mondiale e che è fuori dal 21 novembre, dopo un Inter-Lecce 6-0,con una rottura parziale del tendine rotuleo che lo teneva fuori dal campo per qualche mese, più precisamente cinque. Lippi, il giorno prima, spiega: “Se i medici dicono che Ronaldo può giocare un quarto d’ora sono sicuro che darà allegria e fiducia alla squadra. L’ho visto bene, può fare ottime cose”.

L'Inter arriva da una sconfitta fragorosa a Udine, tre giorni prima, con una tripletta di Roberto "Pampa" Sosa, con la squadra nerazzurra che è quinta, lontana tredici punti dalla Juventus. Insomma, il rientro di Ronaldo potrebbe portare una vena di allegria in un momento davvero cupo. Al 40' Nedved pareggia il vantaggio di Seedorf, mentre al settimo della ripresa è Simeone che segna il gol del 2-1.

Così Lippi decide di far entrare Ronaldo, a mezz'ora dal termine, sostituendo Mutu. A un certo punto prende palla e punta Pancaro e Couto, quasi intimoriti dalla capacità di scattare. Un passo, il secondo, all'improvviso il ginocchio cede. Sono passati esattamente sei minuti dal suo ingresso e l'Olimpico si chiude in un silenzio spettrale. Il dottore della Lazio spiega che si è rotto il tendine rotuleo, con solo il 50% di tornare a giocare. Lo farà, vincendo anche un Mondiale nel 2002.


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