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11 marzo 2006, si gioca il derby di Milano. Ronaldo segna all'Inter, Ibrahimovic al Milan

di Andrea Losapio

Ronaldo, il Fenomeno, ha indissolubilmente legato la sua carriera all'Inter. Perché è arrivato nel suo miglior momento, quando a Barcellona sembrava un barrillete cosmico quasi alla pari di Maradona, pagato 48 miliardi. E poi anche perché è stato per cinque anni, dal 1997 al 2002, arrivando al Mondiale nippocoreano per vincerlo da capocannoniere e miglior giocatore, salvo poi andare al Real Madrid. Nella parentesi interista tanti infortuni e, soprattutto, quella nomea di traditore poi lavata via dagli anni e dall'acqua che passa sotto i ponti, anche se Moratti proprio felicissimo non era.

Zlatan Ibrahimovic invece è il totem del Milan, dopo avere giocato con le altre due strisciate, Juventus e Inter. I due Scudetti con i bianconeri sono stati cancellati dalla giustizia sportiva, quelli con l'Inter no. Eppure la sua storia è diventata molto più vicina ai rossoneri che non ai nerazzurri. Il 14 novembre 2010, dopo un anno al Barcellona di Guardiola e Messi, è tempo di derby e Ibrahimovic, su rigore, esulta sotto la curva dopo il gol. Lì diventa probabilmente più milanista dei milanisti, fino a essere ancora in squadra tutt'oggi, da quarantunne.

Eppure l'11 marzo del 2007 gli astri giravano al contrario. Ronaldo era appena tornato in Italia e Ibrahimovic si accingeva a vincere il primo Scudetto da interista. Il brasiliano sblocca la partita al quarantesimo, ricevendo sulla destra e convergendo verso il centro, sparando dal limite un sinistro troppo angolato per il tuffo di Julio Cesar. Mani alle orecchie - come ad ascoltare i fischi - ed esultanza per il Fenomeno. Una vendetta che però rimarrà abbastanza fredda: nel secondo tempo Cruz pareggia i conti, poi è Ibrahimovic stesso a marcare la differenza, ancora su assist di uno scatenato Julio Cruz, per il 2-1 finale.


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