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...con Franco Zuculini

di Alessio Alaimo

Abitudini stravolte anche per i calciatori a causa dell’emergenza Coronavirus. Qualche allenamento da casa, poi spazio agli hobby. “Esco solo per fare la spesa o se serve qualcosa in farmacia. Per il resto preferisco stare a casa. Non vado neppure a correre, se la gente ti vede al parco magari pensa male”, dice a TuttoMercatoWeb il centrocampista del Venezia, Franco Zuculini.

La sua giornata tipo in questo periodo di isolamento forzato?
“Non ci sono gli allenamenti in gruppo, quindi devi crearti la palestra in casa. Quando la vita è normale se fai allenamento la mattina hai il pomeriggio libero o viceversa. Oggi invece è più difficile trovare un orario al mattino per fare colazione e bilanciare la giornata”.

Niente videogiochi?
“Non ho la Play Station. E neppure Netflix. Ascolto musica, utilizzo il pianoforte, suono la chitarra, pitturo.. Vivo da solo, il mio tempo libero non cambia tanto rispetto al solito. Certo, magari vorrei andare a fare una passeggiata, ma non si può e bisogna rispettare le disposizioni”.

Quando il campionato riprenderà, pronto ad imporsi?
“Ho avuto un problema al tendine d’Achille, poi mi sono rimesso a posto e sono tornato a giocare contro il Trapani. Mi sento bene, il ginocchio risponde in maniera positiva. Sono pronto per quando il mister avrà bisogno di me. Ogni partita vedo un miglioramento della squadra, gli allenamenti sono intensi. I risultati arriveranno. Anche a gennaio sono arrivati calciatori nuovi che possono aiutarci”.

Rivelazione in Serie A: il suo ex Verona.
“Sono contento, davvero. Sento spesso i ragazzi, meritano grandi soddisfazioni. L’allenatore, Juric, ha capito cosa vuole il popolo veronese. È un lavoratore. E quando lavori i risultati arrivano, sempre”.

La riporto indietro di qualche anno, al suo periodo all’Hoffenheim. L’allenatore era Rangnick, che pare destinato al Milan.
“Di lui ho un bel ricordo. È un grandissimo allenatore, sa lavorare molto bene con i giovani, li aiuta a crescere. Guardate Firmino, è una sua creatura. Rangnick ha saputo valorizzare le sue caratteristiche. In generale, in tanti anni, ha creato calciatori pazzeschi”.

In cosa è diverso rispetto ad un allenatore italiano?
“È tedesco... e il tedesco lavora molto con la palla, dal primo all’ultimo minuto. Ricordo che gli allenamenti erano belli, facevamo esercizi che in Italia non sono ancora arrivati. E durante la settimana non facevamo mai lo stesso esercizio, questo rendeva più belle le sedute di allenamento”.

Ma è davvero pronto per il calcio italiano?
“Il calcio italiano è diverso, ma sono sicuro che il mister se davvero andasse al Milan riuscirebbe a coinvolgere tutti i ragazzi. Farà bene. Ha dimostrato di essere un grande allenatore. E sicuramente non ha bisogno di consigli”.


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