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TMW RADIO - Zironelli: "Juve U23, orgoglioso di essere stato il primo. Squadre B? In Italia è dura"

di Dimitri Conti
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Archivio Stadio Aperto 2020
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Archivio Stadio Aperto 2020
Mauro Zironelli intervistato da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'allenatore Mauro Zironelli si è collegato in diretta nel corso della trasmissione Stadio Aperto, in onda su TMW Radio e condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini. Il suo intervento inizia dal ricordare i suoi trascorsi nella Juventus U23: "Sono orgoglioso di essere stato il primo allenatore, e mi fa piacere aver ricevuto dei bei messaggi da parte della dirigenza bianconera che mi ringraziava del lavoro. Un progetto difficile da attuare, ma la Coppa non è stata vinta per grazia ricevuta, bensì sul campo: quando la Juve si mette in testa una cosa va fino in fondo".

Cosa le avevano chiesto?
"La crescita del singolo. Nessun tipo di risultato. Chiaro, non andare in giro a prendere schiaffi... All'inizio è stata dura perché a livello mediatico non ci hanno dato carezze, anzi. Era un esperimento, addirittura quando mi hanno chiamato non c'era la certezza dell'iscrizione in Serie C. Era un azzardo di cui mi sono preso la responsabilità: nei primi 3-4 mesi sono andato in difficoltà, è dura per un allenatore non avere la continuità della settimana perché molti di loro erano con la prima squadra. Immaginarsi un 18enne con Ronaldo, già lì apprendi... L'utilità è anche alzare il livello degli allenamenti della prima squadra, che non incontra più i ragazzi della Primavera ma gente che ha tante partite in C".

Quanto è differente lo step verso la prima squadra rispetto alla Primavera?
"Al di là della Juventus, dove il gradino enorme, in generale il salto da Primavera a prima squadra è grande. Con le squadre U23 vai a ridurlo, solo che la Juve non l'ha preparata in 5 minuti, gli sono serviti 10 anni. Ci sono tantissime regole: per esempio, servono 16 italiani in distinta, e trovarli in altre squadre è complicato. Oppure anche stranieri, ma con almeno 7 anni di formazione nel club. Quasi impossibile mettere in piedi una cosa del genere per le altre squadre, a causa di queste regole. Finisci a giocare con una squadra U20, neanche U23... E affronti gente di 30-35 anni. Al primo anno si sono fatti le ossa, serve un po' di tempo. Poi hanno fatto un buon mercato prendendo due marpioni come Marchi e Brunori Sandri, aiutando questi ragazzi a smaliziarsi. Oggi sono più pronti, e l'abbiamo visto con Muratore che è stato preso dall'Atalanta grazie al suo miglioramento che l'ha portato spesso in panchina con la prima squadra".

Lei crede sia opportuno creare un campionato ad hoc?
"Sì, oppure fare come in Spagna dove ci sono 4-5 seconde squadre in ogni girone della terza serie, che sono quattro mi sembra. In Inghilterra invece c'è proprio il girone apposito: si può fare qualcosa in più ma senza proposte dalle altre squadre è dura".

In Italia sembriamo più orientati alle multi-proprietà, vedi DeLaurentiis, Pozzo e Lotito...
"Si vede che la Juventus sta prendendo giovani forti da tutta Europa, che in prospettiva diventeranno fortissimi. Non tutti se lo possono permettere, ma dopo anni e anni di Champions hanno cominciato a creare questa situazione, con soldi da poter spendere come ha fatto l'Ajax, che ha sempre quei cinque-sei giocatori che fanno la spola tra prima squadra e giovanili, oltre che squadra B. Questo è l'obiettivo che dovrebbe seguire una squadra forte, il progetto ideale".

Vede il rischio di una Serie C spaccata sul perseguimento dell'obiettivo?
"Ci sono squadre che puntano esclusivamente sui giovani ed altre solo sui vecchi. Basta vedere però che ogni presidente di C si lamenta della tassazione, e per i contratti sono gli stessi costi rispetto a A e B. Potrebbero pensare di promuovere un semi-professionismo, che non sarebbe la fine del mondo ma garantirebbe una maggiore sostenibilità alla terza serie italiana, che soffre e in cui non ci sono squadre col bilancio in attivo... Purtroppo sono tanti anni che ci sono squadre che fanno un giro sulla giostra e poi spariscono".

Di Marco Olivieri, che ha esordito di recente in A, che dice? E Mavididi come lo vede per il Montpellier?
"Sì. Mentre Muratore a livello di persona è più pronto come persona di questi due, hanno entrambi potenzialità importanti. Mavididi è andato al Digione che erano ultimi in classifica, e grazie anche ai suoi gol si sono salvati. Avevano bisogno di un anno in più di maturazione a livello personale, erano magari più distratti e deconcentrati. Ora che c'è più interesse e hanno messo la testa a posto, vedrete che non sono tenuti lì a caso dalla Juventus".

Dell'esperienza bianconera che ricordi ha? Più soddisfazioni o rimpianti?
"Se la prendi come un'occasione, la Juve ti manda a casa dopo due mesi. Le tue aspirazioni, i tuoi schemi li devi mettere un attimo da parte, in congelatore: serve migliorare la qualità del singolo. Non ci si deve arrabbiare se un giorno ti prendono qualche giocatore, non serve a niente. Non avete idea di cosa significhi allenarsi con i vari Ronaldo e Chiellini: i ragazzi migliorano molto di più così che non grazie a Zironelli. Devi essere consapevole che se vanno ad allenarsi di là porta anche loro ad avere un miglioramento".

Che rapporto c'è tra giovanili e prima squadra?
"Faccio l'esempio dell'Atalanta, che vince tutti i campionati giovanili. E chi fa gli allenamenti più intensi della Serie A? L'Atalanta. Il fatto che questi ragazzi vengano su bene li aiuta molto in allenamento, e poi hanno anche la fortuna di avere minori infortuni. Loro hanno capito, e abbiamo visto ieri sera Barrow che ha fatto vincere il Bologna... Hanno investito sui giovani e ora ricevono i frutti. L'unica cosa che va un po' a sfavore è che tanti dei giovani siano stranieri, e magari per questo non potrebbero rientrare nella distinta, come dicevo prima".

Com'è stato collaborare con Allegri?
"Con Max ho un rapporto splendido: è una grandissima persona e anche quando ero in difficoltà mi dava una mano, o a volte quando capiva che mi servivano dei giocatori non me li chiamava per non metterci in difficoltà. Anche perché noi comunque avevamo da giocare un campionato di Serie C: da quel punto di vista mi ha dato davvero una grossa mano. Tanti allenatori hanno ambizioni, e si è visto anche con Pecchia che va via e adesso arriva Pirlo: giusto ci sia un giro, per un tecnico è logorante questo tipo di lavoro".

Vi sentite con Baggio?
"Roby è un pezzo che non lo sento, ma anche l'ultima volta che gli ho chiesto un piacere è stato di una generosità incredibile. Gli avevo chiesto di salutare un giovane ragazzo interista che oggi non c'è più. Non lo sentivo da un po', ma il giorno dopo si è presentato lì con una maglia dell'Inter. Un grande: quando c'è da fare del bene senza pubblicità, lui c'è".

Giusta la dimensione della Serie C per le seconde squadre?
"Credo sia il campionato giusto, e lo vediamo in Spagna, dove le squadre B sono tutte in Serie C. Giusto così: lo step Primavera-B diretto lo possono fare uno o due, magari bisognerebbe pensare a riformarla, la Serie C".

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