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TMW RADIO - Galante: "L'Inter può farcela, ma serve pazienza. Sulle finali dice bene Conte"

di Dimitri Conti
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Archivio Stadio Aperto 2020
TMW Radio
Archivio Stadio Aperto 2020
Fabio Galante ai microfoni di Francesco Bemvenuti e Niccolò Ceccarini
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L'ex difensore, e dirigente sportivo Fabio Galante, interviene così in diretta nel corso di Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio condotta da Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini: "Siamo tutti felici e contenti per questa finale europea dell'Inter, e speriamo di portarla a casa. I gufi fanno parte del costume italiano, e non succede solamente all'Inter... Ma anche altre squadre, una in particolare (ride, ndr)".

Lei c'era nella finale di Coppa UEFA del 1997/1998 vinta dall'Inter. Che ricorda?
"Quella era una squadra veramente forte, che ha vinto meno rispetto a quanto poteva: c'era la possibilità di aprire un ciclo ma non andò così. Oltre a Ronaldo c'erano grandi campioni e un bel gruppo guidato da Gigi Simoni. Fu il primo trofeo di Moratti, ma vorrei tornare a quanto ha detto Conte".

Prego.
"Se non vinci nessuno ti ricorda. L'anno prima perdemmo ai rigori una finale sempre di Coppa UEFA ai rigori contro lo Schalke. Quindi dice bene Conte: le finali sono belle ma vanno vinte".

Il format di Coppa Campioni e UEFA sembra avere oggi un fascino diverso rispetto agli attuali di Champions ed Europa League...
"Forse la nostra era un goccio più difficile, perché incontravi squadre forti già ai primi turni e senza gironi erano tutti scontri diretti. Giocai anche in Europa League col Livorno, e per fortuna superammo anche ai gironi arrivando ai sedicesimi. Magari è più facile, ma vincere un trofeo non lo è mai: la decisione di giocare in campo neutro ha portato vantaggi e svantaggi, magari ha facilitato. Con un'andata e ritorno sarebbe potuto essere tutto diverso, e intendo anche per la Champions, per Atalanta e Juventus".

Eriksen e Skriniar sempre in panchina... Significa crescita?
"Questo rende tante cose più facili, fa vedere la forza di un'Inter che sta crescendo e sta finendo bene l'anno. In campionato è arrivata a -1 dalla Juve, poi ci sono giocatori come D'Ambrosio e Godin che sono diventati intoccabili. Avere quei due come alternative dà molta fiducia a tutto il gruppo, specialmente all'allenatore: significa che chi è in campo è ancora meglio. Per me l'Inter ha tutte le carte in regola per dare continuità al percorso fatto da Marotta e Conte quest'anno, iniziato già con Spalletti".

Quanto fa male rivedere il Livorno in Serie C?
"Ci ho passato sei anni di carriera veramente belli: ci siamo tolti delle soddisfazioni perché venire a giocare a Livorno non era facile per nessuno. L'Ardenza era un campaccio, come si dice dalle nostre parti. Vederlo ritornare in Lega Pro non è bello, penso che Spinelli nei suoi percorsi ha messo quello che doveva, ma non so se sia giusto che debba passare di mano. Quando uno viene arrestato, sparisce e ogni trattativa finisce nel nulla... Meno male che il fiuto l'ha avuto almeno nelle gestioni delle squadre di calcio: l'ho avuto come presidente sia al Genoa che a Livorno, col grande Aldo ci ho passato 9 anni ed è rimasto tra gli ultimi presidenti di un calcio che non c'è più. Difficile dire da lontano cosa sia successo, quest'anno qualche errore è stato fatto, a partire dalla mancata conferma di Diamanti, che è stato eletto come miglior giocatore del campionato australiano".

Quali sono pro e contro di questo Siviglia?
"Per me non è sottovalutato: è arrivato in finale battendo Roma, Wolverhampton e Manchester United. Credo basti quello per capire la loro forza. Chiaro che giocano molto sul gruppo e sulla compattezza. Suso è sempre pericoloso, poi hanno l'ex interista Banega: come squadra si conoscono. Ho visto la partita col Manchester United, e sinceramente mi sembrava che meritassero più questi ultimi. Alla fine però conta il risultato: sanno soffrire e si difendono bene, con un allenatore esperto. Sono quelle squadre difficili da affrontare: ci vorrà una gara di pazienza e sacrificio, ma l'Inter ha tutte le carte in regola per farcela".

Stasera la vittoria vale più per l'Inter o per Conte?
"Sarebbe bello per tutti e due: l'Inter non vince da tanto tempo, e Conte si confermerebbe come un allenatore internazionale, non solo per il campionato. Non dimentichiamoci lo sfogo del mister di due settimane fa: vincere significherebbe portare tanta serenità e finalmente tornare ad alzare una coppa di nuovo".

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