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TMW RADIO - Cauet: "PSG e OL svantaggiate in Champions. Lautaro? Clausola e Cavani è poco"

di Dimitri Conti
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport
Archivio Stadio Aperto 2020
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Archivio Stadio Aperto 2020
Benoît Cauet intervistato da Francesco Benvenuti
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L'ex centrocampista Benoit Cauet è intervenuto ai microfoni di TMW Radio, con un'intervista rilasciata nel corso della trasmissione Stadio Aperto: "La decisione della Francia è stata molto affrettata, pure con l'emergenza. Dagli ultimi dati che ci sono ci stiamo accorgendo che la sospensione del campionato danneggia tante squadre, e ci sono ricorsi di club importanti come il Lione, che ambisce al massimo e negli ultimi anni ha sempre giocato in Champions. Vero che la salute passa prima di tutto, ma molte società oggi risultano danneggiate".

Le altre grandi leghe si preparano a ripartire.
"Suona come una beffa, visto che abbiamo PSG e Lione che sono attualmente in corsa in Champions League, ed hanno incontri importanti. L'OL che poteva puntare a battere la Juventus ad agosto si troverà invece con nessuna partita nelle gambe mentre in Italia si sarà ripartiti. La beffa è grande e da questo punto di vista le società non ci stanno".

Come leggere i salvataggi di Tour de France e Roland Garros?
"Chiaramente parliamo di due mostri, istituzioni sportive che fanno parte dei classici. Chiaro che la Ligue 1, onestamente, non ha lo stesso fascino degli altri grandi campionati: è più una vetrina per far crescere giocatori giovani, di formazione per fare le ossa e puntare alle migliori squadre del mondo. Per questo non c'è tanta considerazione da parte dello Stato francese".

Corretta la decisione di decidere promozioni e retrocessioni a tavolino?
"In Ligue 2 si pensava di andare avanti con 22 squadre, bloccando le retrocessioni. In realtà rimarranno due promosse e due retrocessioni, ma chi era in lotta per i suoi obiettivi, con ancora dieci partite alla fine, non lo accetta. Oggi questa decisione non ci sta, vedere che gli altri riprendono fa ancora più male".

Per PSG e Lione come si fa a mantenere alta la competitività in vista della Champions?
"Così non possono competere. Se la Juventus comincia il suo campionato e va in condizione, in ritmo, si capisce che queste cose si raggiungono solamente giocando. Se tu fai solo amichevoli come fai? Che poi, puoi sfidare solamente le tue squadre, ed è un'altra difficoltà. Il Lione sarà molto danneggiato, e sarà molto complicata".

Che ne pensa della ripresa in Bundesliga?
"Non è assolutamente calcio, non c'è passione, sensibilità, emozione: è un calcio che segue la parte economica, il dover giocare per forza perché ci sono troppi soldi in ballo per fermarsi. La parte emotiva però di avere i tifosi dentro stadi pieni, è la migliore del calcio, e non si è vista. Sono partite meccaniche, giocate per forza, ma senza la vera anima del calcio".

Un ricordo di Gigi Simoni?
"Il mister era una persona perbene, io personalmente con lui mi sono trovato benissimo, ho un ricordo molto bello di come ci parlava, di come vedeva il calcio, delle parole giuste che trovava sempre nella misura e nel rispetto di tutti. Un allenatore e un uomo per cui mi è dispiaciuto davvero tanto. Fa male sapere che se ne è andato via, ma purtroppo la vita è così. I momenti passati insieme sono stati stupendi".

La Francia come vive questa fase?
"Abbiamo fatto praticamente come l'Italia, partendo dieci giorni dopo. La parte est, Strasburgo e Parigi, è stata molto toccata, mentre sul lato atlantico molto meno. Il momento iniziale è stato di grande difficoltà, nel prepararti ad una cosa che non hai mai visto né conosciuto. Poi ci siamo adattati alla situazione, con delle regole precise, e ora le cose vanno molto meglio. C'è stato un buon risultato, non c'è niente di perfetto come da altre parti, e ora siamo alla seconda fase, dove si sta riaprendo un po' tutto, anche se con tante riserve perché sappiamo che il virus potrebbe tornare da un momento all'altro".

La convincerebbe il tandem Lukaku-Cavani?
"Parliamo di un top player, ma è una cosa completamente opposta a Lautaro Martinez: l'argentino è giovane, sta esplodendo e a livello mondiale è visto come un top player del domani, tutti lo vogliono perché ha un futuro da campione assoluto, stile Suarez. Cavani a Parigi è considerato come un Dio vivente, si alzano quando entra in campo. Ha passato una stagione difficile, con problemi fisici, ma è straordinario e, per spirito, volontà ed esperienza, può portare tanto alla squadra. Io personalmente Lautaro non lo venderei mai, per me vale molto di più della clausola, un giocatore così sul mercato non esiste. Un Cavani non basta perché è da anni che non vedo un profilo simile a Lautaro. Non vedo perché l'Inter che si sta costruendo come una delle squadre migliori del domani nel mondo dovrebbe rinunciare a lui, per me la clausola da 110 milioni è bassa".

Chiusura sul Marsiglia: la moria di vittorie è dovuta a una questione tecnica o societaria?
"Si parla di una grande società, l'unica francese ad aver vinto la Champions League. Vero che negli ultimi ha avuto momenti complicati e difficile, soprattutto a livello economico. Sono tanti anni che si cerca un rinnovamento, ma come tutte le società in cui manca stabilità, dopo Dreyfus non si è ritrovata serenità, tanti progetti ma non è mai arrivato quanto ci si aspettava. Marsiglia è una piazza forte, come Napoli, ha uno stadio incredibile, e in Francia o tifi a Parigi o tifi a Marsiglia. Quest'anno con Villas-Boas la squadra giovane stava disputando un buon campionato, ma i problemi societari rimangono. Due-tre settimane fa è stato fatto fuori il ds Zubizarreta. Se hai un progetto, un'identità che coinvolga tutto nella stessa cosa, puoi farcela, ma ci sono invece situazioni di divisione, non si vede tutti il calcio allo stesso modo. Spesso le società così non ottengono risultati all'altezza della situazione. I tifosi poi chiedono tanto, tantissimo, vogliono vincere a tutti i costi. Per questo c'è un clima pesante".

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