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Stramaccioni: "L'Inter grande soddisfazione, allo Stadium la vittoria dell'Interismo"

di Alessandra Stefanelli
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L’ex allenatore dell’Inter Andrea Stramaccioni è intervenuto oggi ai microfoni di Sky Sport 24: “La chiamata dell’Inter è stata una grande soddisfazione, non è facile per un allenatore che arriva da un settore giovanile. Nell’anno in cui iniziava la 'Champions sperimentale' abbiamo avuto la fortuna di vincerla con la Primavera e questo ha attirato l’attenzione del presidente. Per l’Inter era un periodo sfortunato con uno dei miei maestri, Gasperini - e che aveva come vice Juric - e poi con mister Ranieri che avevo avuto a Roma: purtroppo sono andati male. Il presidente decise per questa fantastica follia che ha cambiato la mia vita. Non era una squadra normale, era piena di campioni. E io ero un giovane allenatore appena uscito da Coverciano (ride, ndr)”.

Inevitabile tornare sulla vittoria ottenuta allo Juventus Stadium: “L’apoteosi. Fu una partita particolare, la Juve era imbattibile allo Stadium, un’armata che giocava un grande calcio. Quella vittoria ti fa capire l’importanza dei giocatori che allenavo: solo dei campioni possono vincere così a Torino. Quella vittoria fu oggetto di incomprensioni con Marotta, poi chiariti. In quella partita mi ruppi anche la mano perché nel gol di Vidal e ho visto i tre metri di fuorigioco, poi è successa la non espulsione di Litchsteiner che poi Conte ha intelligentemente sostituito. Un gol di Milito è arrivato su uno schema su punizione, e questo mi ha dato soddisfazione. Il calcio di dà e il calcio ti leva. Quella Juve era fortissima, avevano Chiellini, Pirlo, Bonucci, tanti grandi campioni. Adesso lo posso dire: abbiamo giocato spregiudicati e avevo convinto i ragazzi a giocare con Milito, Palacio e Cassano in attacco. Cosa non doveva succedere? Prendere gol. Poi ho pensato: ‘Porca vacca, qui finisce 6-0’ (ride, ndr). La vittoria è rimasta impressa a tutti anche per l’andamento, l’ho definito una vittoria dell’Interismo. C’è stato un momento post Triplete difficile e in quella partita i giocatori hanno messo in campo tutte le loro abilità, così come nel derby vinto sul Milan che non permise al Milan di vincere lo Scudetto”.

Infine sulla possibilità di tornare ad allenare in Serie A dopo l’esperienza in Iran: “L’Italia, sia per motivi d’affetto che per il campionato, resta una priorità. Sono andato all’estero per squadre importanti, in Iran mi attirava la possibilità di disputare la Champions asiatica. Cercherei una squadra giovane, con un progetto e con voglia di crescere. Penso solo che sia importante puntare su allenatore, ma conoscendolo. Consigli a qualcuno? Non mi permetto. Dico solo che per fare bene in qualsiasi club ci sia una comunione di intenti a livello di progetto. Da giovane spesso accetti tutto subito, ora che ho qualche capello bianco in più e qualche capello in meno, mi fermerei a chiacchierare di più con un ds. Mi riferisco di più all’estero, come allo Sparta Praga dove ho accettato per il blasone ma la vedevamo in un modo leggermente differente. E alla fine i nodi vengono al pettine”.

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