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Papu Gomez: "Io, capitano silenzioso. Oggi troppo fisico e poca tecnica"

di Giacomo Iacobellis
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Alejandro 'Papu' Gomez, capitano dell'Atalanta, si è raccontato in una bella intervista ai microfoni di "Cronache di spogliatoio". Queste le sue principali dichiarazioni, tra storie di spogliatoio e aneddoti sull'uomo oltre che sul calciatore: "Faccio sempre fatica a dormire dopo le partite, la testa continua a girare e la mente ripercorre a lungo le immagini del match. Per quanto riguarda l'attesa, magari a volte sei più nervoso e in ansia in vista di un big match, ma ormai siamo professionisti e ce la viviamo serenamente".

Sui cambiamenti del calcio: "Prima i calciatori stavano di più in campo, restavano ad allenarsi ore e ore per migliorarsi. Chi per esempio doveva migliorare a fare i cross si tratteneva a fare 40-50 cross. Il calcio ora è cambiato, siamo più atleti e si curano più gli aspetti fisici che quelli tecnici. Io penso però che la parte tecnica sia quella che fa la differenzia. Correre possiamo correre tutti, anche mio padre di 60 anni, ma leggere il calcio e toccare bene la palla è la cosa più importante. I giovani di oggi invece stanno più in palestra che in campo. Ci sono tantissimi esempi che insegnano che, anche se non hai il fisico di Cristiano Ronaldo, grazie alla tecnica puoi giocare comunque ad altissimi livelli".

Sulla diatriba dello shampoo nello spogliatoio: "C'è chi lo porta, se lo mette e poi subito lo nasconde. Poi c'è quello che porta lo shampoo da cinque litri per tutta la squadra. Poi ancora quello che si compra lo shampoo figo, da 15 euro, e in un giorno i compagni glielo finiscono. Io a volte faccio così: ne compro dieci e li metto a disposizione di tutti. Sennò è un casino, chi lo porta è rovinato visto che siamo in 25 in rosa per una sola boccettina (ride, ndr)".

Sul compagno di stanza: "Io dormo sempre da solo, non voglio nessun disturbo. Ho avuto ovviamente tantissimi compagni di stanza in passato. C'è quello che fuma, quello che si sveglia alle 4 per un incubo, quello che va in bagno e lascia un odore pazzesco... Io per l'appunto avevo un compagno che si metteva a fumare, non dico in bagno, ma addirittura sopra il letto. Gliene dicevo di tutti i colori".

Sull'essere capitano: "Ho avuto capitani esemplari nella mia carriera, per questo ho preso tanti spunti positivi. Io non sono un capitano che urla o vende fumo, preferisco parlare coi miei compagni in ambito privato, magari in settimana o nello spogliatoio. Chiaramente a volte la tensione va a mille e capita di gridare per svegliare qualcuno, soprattutto i giovani. I ragazzi di oggi dopo due partite spesso si sentono arrivati, io cerco di far capire loro cosa non va attraverso la mia esperienza. Anche io sono stato giovane e facevo tante cavolate, sbagliando si impara, ma se puoi sbagliare meno è meglio".

Su cosa si comprò col primo stipendio: "Il primo vero stipendio era molto basso, avevo 14 anni ed era solo un rimborso spese. L'Arsenal de Sarandí mi fece infatti subito un contratto per blindarmi visto l'interesse di Boca e River. Andavo ancora a scuola a quei tempi, mi ricordo che comprai panini e bibite per tutti. Fu un bel momento".

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