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Onofri: “Per battere il Genoa serve il tremendismo granata

di Elena Rossin
Fonte: Torinogranata.it
Claudio Onofri
Claudio Onofri
© foto di Federico De Luca

Claudio Onofri è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Onofri, calcisticamente è cresciuto prima nel Vanchiglia e poi nelle giovanili del Torino e in seguito vi giocò nella stagione 1978-‘79, ma in precedenza indossò la maglia del Genoa dal ‘76 al ‘78. Con lui abbiamo parlato della sfida di sabato alle 18 fra le sue ex squadre.
Come si può definire la partita fra Genoa e Torino, ad alto rischio per entrambe?
"Mah, non lo so come si possa definirla. Io ho giocato in tutte e due le squadre e la storia di entrambe è ormai annacquata da un bel po' di tempo ed in questo momento è addirittura deludente soprattutto per il Genoa, ovviamente, ma facendo le debite proporzioni a livello di forza delle squadre e di potenzialità delle rose persino forse di più per il Torino poiché il Toro avrebbe dovuto essere collocato in questo momento in una zona di classifica completamente diversa. Quindi, parlando del Toro e del Genoa si fa riferimento a ciò che hanno rappresentato e che rappresentano ancora come nomi nel calcio italiano. Ma bisogna fare delle distinzioni importanti perché, a mio avviso, il Toro di Cairo è sicuramente collocato da un po' di tempo in una dimensione che si può definire più che accettabile, a parte in questo periodo di campionato dove la squadra è veramente abbastanza deludente e anche la sconfitta secca con l'Inter per 3 a 0 ha poi dato definitivamente il la a tutte le polemiche che ci sono sul nome di Mazzarri e su tutto il resto. Però. negli ultimi 7-8 anni si può dire che il Toro si sia ripreso una sua dimensione, un suo livello che, invece, il Genoa proprio negli ultimi tre o quattro anni ha perso del tutto.
Tornando al presente, quindi, la partita è veramente particolare, ma, soprattutto, pericolosa per entrambe le squadre perché una sconfitta accrescerebbe ulteriormente le polemiche relative a un andamento che non soddisfa più nessuno".
I due allenatori come potranno affrontare la partita, tenuto conto che il pareggio servirebbe a poco?
“Thiago Motta nelle cinque partite da allenatore del Genoa ha avuto un cammino un po' altalenante riguardo al modo di intendere il calcio che ha dentro di sé e che si capisce qual è ossia quello di giocare senza alcun tipo di timore in relazione al nome della squadra che affronta e alla situazione attuale della classifica. Ci sono state particolarità che hanno un po' deluso relative ad alcune scelte, soprattutto a quelle con l'Udinese e anche inizialmente con la Spal quanto la formazione era un po' diciamo "arrangiata" e mi riferisco, ad esempio, a Sturaro schierato come ala sinistra. L'atteggiamento sarà lo stesso perché è ovvio che il Genoa debba vincere la gara in quanto in questo momento in classifica è fra le retrocesse essendo terzultimo, ma bisognerà capire bene le scelte iniziali perché non sempre sono state adeguate a quello che era il cammino che si voleva intraprendere in quella partita.
Per quanto riguarda il Toro, posso ripetere che avendo visto quasi tutte le partite mi sembra una squadra che in questo momento, purtroppo, è senza un'identità precisa e trovare immediatamente in una partita così difficile un cambiamento non è cosa facile visto che si giocherà in uno stadio caldo com'è il Ferraris e contro una squadra che ha assolutamente bisogno di punti. Per cui bisognerà che Mazzarri si dia da fare per cercare di dare alla squadra un atteggiamento un po' diverso rispetto a quello che è venuto fuori nelle ultime gare.
E' vero che il pareggio servirebbe a poco perché, per motivi diversi, tutte e due le squadre devono vincere, ma anche per il cuore che da una parte batte per i rossoblu e dall'altra per i granata un pareggino, onestamente, non lo vedrei così scandaloso. Nel senso che è vero che rimanderebbe poi alla prossima partita la definizione ultima del momento di forma delle due squadre, però, se si valuta la vittoria come un qualcosa d'importante bisogna dire che la sconfitta sarebbe un qualcosa di pericolosissimo. Soprattutto per il Genoa per quello che dicevo di Thiago Motta e per la classifica che è proprio pericolosa perché quella del Toro è sì deludente, ma non appunto pericolosa come quella del Genoa per cui credo che il Genoa giocherà per vincere e su questo non c'è alcun dubbio. Cosa che indubbiamente a livello mentale anche il Toro farà, però, in questo momento è più il Genoa ad aver bisogno di vincere, se vogliamo metterla sul piano pratico della classifica e del pericolo che si corre in caso di eventuale sconfitta”.
Quindi, anche il pareggio potrebbe tutto sommato andare bene perché almeno muoverebbe un po' la classifica per entrambe?
“Eh sì. Facendo discorsi di un calcio antico, il Torino gioca in trasferta in uno stadio, come dicevo, caldo e con una squadra che è sott'acqua, quindi, di conseguenza un pareggio non lo si butta via a priori e per quel che riguarda il Genoa, è vero che gioca in casa, è vero che è terzultimo in classifica ed è vero che ha bisogno assolutamente dei tre punti, che non arrivano dalla partita con il Brescia che è stata la prima di Thiago Motta in panchina, ma è anche vero che la sconfitta con il Torino sarebbe una catastrofe anche a livello dei giudizi sull'allenatore. Per questo dico, facendo il democristiano, che un pareggio magari potrebbe non dico accontentare tutti, ma mettere tutti nella condizione di poter dire di passare un'altra settimana non bellissima, però, neppure tragica”.
Su cosa possono puntare Genoa e Torino per provare a vincere?
“La questione per il Torino è se Mazzarri avrà a disposizione Belotti e se farà giocare Verdi.

Perché Verdi è un buon giocatore, ha due buoni piedi, ha un buon tiro, però, in questo momento non lo sta dimostrando e, purtroppo, in carriera ha quasi sempre avuto una discontinuità incredibile perché non ha mai confermato certe cose che lo avevano fatto essere un protagonista nel Bologna.
Il Genoa ha una grande carenza a livello realizzativo, infatti, si parla di potenziali acquisti da farsi nel mercato di gennaio perché Pinamonti sta un po' deludendo, anche se per me è un buon giocatore ma lo è di prospettiva perché al momento non è ancora pronto per certi livelli, Kouamé si è fatto male e ha finito il campionato, Sanabria è in partenza perché a gennaio andrà via, Pandev ha 36 anni e l'unico é Favilli che gioca e non gioca perché ha sempre avuto problemi fisici. ma Favilli quando è entrato con la Spal nella mezzora che ha giocato ha fatto bene. Il problema per Thiago Motta è proprio risolvere la fase realizzativa perché Kouamé, che con 5 gol è il capocannoniere, non c'è e tutti gli altri sono molto distanti da numeri di gol normali per degli attaccanti. Il Genoa deve trovare fino a gennaio, soprattutto in casa, centrocampisti o anche difensori che riescano a fare quei gol che non arrivano dagli attaccanti. Per cui penso che sarà una partita che coinvolgerà a livello d'attacco tanti protagonisti, che lo saranno se faranno gol o faranno segnare i compagni. Il Genoa è una squadra che dall’arrivo di Thiago Motta quando l'avversario glielo permette gioca bene a calcio, gioca, diciamo, un calcio totale perché tutti vogliono palla, si smarcano, cercano di attaccare, però, com'è successo a Ferrara lunedì sera ha creato 5-6 occasioni da gol, ma per una situazione o per un'altra di gol ne ha fatto solo uno. Per questo penso che il Genoa tenterà il tutto per tutto con più protagonisti possibili in fase offensiva, ma bisognerà vedere se giocherà Favilli o Pinamonti, non credo tutti e due insieme perché il modulo di Thiago Motta è il 4-3-3 ed è ormai consolidato per cui ci vogliono due esterni è un centravanti. Favilli ha dato segnali positivi, però, ripeto, è tanto tempo che è fermo e di conseguenza bisogna vedere se è pronto a disputare una partita intera. Mentre Pinamonti è un ragazzo, come dicevo, che ha dalle potenziali grandi qualità, ma per adesso ha deluso molto soprattutto perché ha segnato due soli gol e ultimamente anche per come fa giocare la squadra poiché difende male la palla e perde spesso il pallone quando lo attaccano e lo pressano per cui il Genoa deve trovare soluzioni diverse per andare in gol".
Questo potrebbe essere un fattore che il Torino può sfruttare, anche se ha un po' lo stesso problema poiché quando crea pericoli all'avversario fatica a finalizzare, ma dovrebbe partire da una situazione di vantaggio stante i tanti gol che subisce trovandosi di fronte una squadra che segna poco. Concorda?
“Sì, sì. Tra l'altro questa è una sorpresa perché se vediamo il modulo e i protagonisti con il rientro di Nkoulou da un po' di tempo, con Izzo che è un Nazionale (ha giocato qui a Genova ed è anche un mio amico al quale voglio bene) e poi Bremer o qualcun altro e anche i due esterni, De Silvestri e Ansaldi, sono gente che fisicamente sa anche difendere e fare le diagonali per cui è proprio una sorpresa che il Toro prenda diversi gol perché, oltretutto, se identifichiamo Mazzarri e gli diamo una definizione come allenatore non dico che sia un difensivista in maniera generica, ma è sempre stato molto attento alla fase di non possesso palla delle sue squadre. Senza dimenticare che il Torino in porta ha uno come Sirigu, veramente un grande portiere che tante volte ha impedito al Torino di subire gol.
Il Toro, quindi, dovrà stare attento alla partecipazione corale alla manovra del Genoa che sarà ancora più consolidata proprio perché il Genoa deve cercare di vincere, ma non ha la cosiddetta punta di diamante che risolve da solo la partita. E poi il Toro dovrà cercare di attaccare a sua volta perché con la difficoltà che ha il Genoa di andare in gol nel momento in cui si portano in avanti tanti giocatori per cercare di segnare inevitabilmente si creano degli spazi importanti che possono essere sfruttati dall'altra squadra in contropiede".
Ci vuole, quindi, un Belotti fisicamente non acciaccato e in forma perché, purtroppo, né Verdi, come si é detto, né Zaza stanno dando un contributo significativo per cui si dovrebbe contare solo su Berenguer, il giovane Millico oppure Edera e Parigini che finora non hanno mai giocato.
“E' vero. Come dicevo prima, il Genoa gioca a quattro da quando c'è Thiago Motta e ci sono mille maniere per mettere in difficoltà una difesa a quattro se si ha un centrocampo a tre e due punte che si smarcano e cercano di creare problemi ai due centrali difensivi avversari e in questo senso potrebbe essere un vantaggio, però, poi le due punte dovrebbero dare una mano a livello difensivo nel momento in cui attacca il Genoa".
Lei pertanto propenderebbe per un Torino con due punte di ruolo, Belotti e Zaza, e un trequartista alle loro spalle, Verdi oppure Berenguer, rinunciando a un centrale a centrocampo?
“Sì, la vedo così. Lo dico con dolore poiché ho il cuore a metà fra granata e rossoblù, ma già quando il Torino prepara la partita, sapendo che il Genoa sta attraversando un determinato momento, deve farlo in modo che una volta in campo sia dal punto di vista tattico sia da quello comportamentale e mentale il Genoa capisca subito che c'è volontà di pressarlo, di metterlo in difficoltà. Per essere ancora più chiaro, se il Torino metterà nei primi venti minuti in difficoltà il Genoa l'ambiente diventa surriscaldato e pesante per chi indossa la maglia rossoblù. Fermo restando oltretutto che il Torio sta sì deludendo, però, non è che corre i pericoli del Genoa poiché fino adesso ha fatto una stagione deludente, ma non sta correndo pericoli immediati, mentre il Genoa sì perché siamo a un terzo del campionato e l'essere terzultimi in classifica con dieci punti fa sì che da una parte appena si entra in campo si darebbe l'anima per cercare di vincere, però, dall’altra appena qualche cosa non funziona ti crolla addosso il mondo ed allora ecco che, secondo me, il Torino con un modulo un po' più offensivo e con la "spensieratezza" che si può avere rispetto alla squadra che si affronta potrebbe proprio mettere in difficoltà il Genoa".

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