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Marco Branca: “Toro-Wolverhampton? Partita aperta”

di Elena Rossin
Fonte: Torinogranata.it
Marco Branca
Marco Branca
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Marco Branca è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Branca è dirigente sportivo ed è stato un calciatore che ha giocato anche in Inghilterra. Con lui abbiamo parlato della gara dei granata d’andata con il Wolverhampton di questa sera alle 21 per accedere alla fase a gironi dell’Europa League e delle strategie di mercato del Torino.
La squadra del Wolverhampton di che livello è visto che si è classificata come il Torino settima lo scorso anno, anche se la Premier e la Serie A sono differenti?
"E' sicuramente una squadra di buon livello e credo che abbia dimostrato nell'ultima partita contro il Manchester United di essere una compagine solida e che ha buoni giocatori e un certo stile di gioco che la porta a difendersi piuttosto bene e che sa attaccare abbastanza altrettanto bene. Quindi, credo che in questa partita si affrontino squadre di ottimo livello perché il Toro ha dimostrato l'anno scorso e nell'inizio di questa stagione di essere un'ottima squadra che progredisce ogni partita che disputa per cui penso che sarà una bella sfida, aperta e con la possibilità per entrambe di qualificarsi".
Il Torino quali difficoltà potrebbe incontrare e quali risorse ha per essere più efficace dei Wolvers?
"Le difficoltà di queste partite sono soprattutto fuori casa perché il Wolverhampton è una squadra che ha un buon ritmo e buone trame di gioco per cui quando gioca in casa potrebbe essere più pericolosa, però, se il Torino conferma tutti i progressi fatti negli ultimi mesi della scorsa stagione credo che abbia le armi, nella tecnica, nell'aggressione e nell'organizzazione del gioco difensivo e anche nel pressing, per fare un'ottima partita e per mettere in grande difficoltà gli avversari".
Gli inglesi hanno rinforzato la squadra pur mantenendo la base dell'anno passato, mentre il Torino non ha preso nessun nuovo giocatore e in più ne alcuni infortunati e altri in ritardo sulla forma fisica perché sono stati impegnati in estate con le rispettive nazionali. Questo quanto potrà influire sull'esito del doppio confronto?
"Mah, si possono fare mille discorsi su quanto tutto ciò potrà pesare, ma alla fine della fiera conterà la forza del gruppo. Anche se in un periodo diverso, il Tottenham lo scorso anno non ha comprato nessuno e ha disputato una grande stagione qualificandosi per la finale di Champions. Il periodo estivo è sempre quello più complicato perché ci sono molti giocatori che hanno fatto una preparazione differenziata, però, fondamentalmente il Torino ha dimostrato che può contare sul suo gruppo e quando parlo di gruppo parlo di forza mentale e in più la condizione fisica in questo periodo cresce giorno dopo giorno, quindi, anche Rincon starà meglio, come anche gli altri che sono stati impegnati con le Nazionali. Dispiace per quei giocatori che sono infortunati e non possono partecipare, però, la forza di un gruppo si vede anche in qualche piccola difficoltà. Le squadre inglesi sono più avanti con la preparazione per cui hanno già, forse, un ritmo diverso, ma credo che il Toro abbia la forza per superare questo gap".
Sì è a ridosso dell'inizio del campionato, influirà sul Torino dover giocare poi domenica con il Sassuolo oppure sarà la prima partita di campionato a essere influenzata in quanto in mezzo tra l'andata e ritorno dei play-off di Europa League?
"Può esserci una difficoltà sul piano della concentrazione e un pochino anche su quello fisico perché se si affrontano avversari in coppa che per forza di cose s'impegnano molte forze, sia nervose sia fisiche, vengono portate via. Però questi sono passaggi che si devono affrontare se si vuole diventare qualche cosa di più e, quindi, essere competitivi sia nel proprio paese sia in Europa. La partita di campionato può anche essere giocata "peggio", ma bisogna cercare di vincerla lo stesso perché alla fine sono punti e ci sono partite che si vincono giocando molto bene e altre soffrendo perché magari non si è al top della condizione né mentale né fisica, ma sono partite che bisogna portare a casa comunque.

Credo che questa situazione valga di più per il campionato, per le coppie un po' meno poiché bisogna essere al 100% quando si disputano queste partite che si risolvono nell'arco di due gare".
A 11 giorni dalla chiusura del calciomercato non aver preso nessun giocatore non è sinonimo di essere un po' in ritardo? E comunque è una strategia che lascia perplessi i tifosi.
"Alla fine bisogna avere fiducia. Se la dirigenza del Torino ha agito così vuol dire che evidentemente non c'erano ancora i parametri giusti per acquistare i calciatori che volevano. Conosco bene Mazzarri, ma anche il presidente Cairo e credo che abbiano già individuato i giocatori che vogliono e, probabilmente, le alternative che possono costare meno non interessano perché mi è parso di capire che vogliano fare un altro bel campionato quest'anno. Per cui penso che si tratti solo di tempistica e di mancanza d'incastro di altre situazioni che avrebbero potuto già liberare i giocatori che piacevano al Toro".
Tornando alla partita con Wolverhampton, nell'arco della andata e del ritorno che percentuale ha il Torino di passare il turno?
"Più che indicare una percentuale mi auguro proprio che il Toro passi questo turno disputando due belle partite perché ne ha le possibilità. Come sempre tutto dipende dal campo, dalla concentrazione che deve essere massima e dalla disponibilità al sacrificio in certi momenti delle due partite. Questo potrà fare la differenza oltre a tutti i dettagli tattici che Mazzarri cura sempre molto bene".
Cambiando argomento e parlando di lei, è vero che si sta occupando di introdurre nel calcio giovani stranieri?
"No, quella era una notizia uscita un po' di tempo fa, ma è del tutto falsa".
Allora quando la rivedremo in pista?
"Sono a disposizione del calcio, sto cercando di combinare qualcosa e vedrò se troverò qualche cosa che mi piace".
In Italia o all'estero?
"Ovunque, non ho particolari preferenze".
Ha intenzione di tornare a fare ciò che faceva prima nel calcio oppure di cambiare ruolo?
"Prima ho provato ad essere un buon calciatore e poi un buon dirigente. Credo di essere riuscito a fare i due lavori decentemente e adesso sono aperto a qualsiasi idea, non ho delle preferenze. Nel frattempo ho aiutato qualcuno a sistemare dei casi particolari. Mi sento e sono parte di questo mondo per cui credo di potermela cavare".

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