Lutto nel giornalismo: addio a Beppe Liani

Un giornalista-saggista con molteplici interessi, dalla storia alla filosofia del diritto, dalla politica allo sport.
Giuseppe Liani è mancato questa mattina nella struttura protetta dove era accolto da alcuni mesi. Aveva 68 anni.
La politica fu la sua passione giovanile, nelle file del Partito Socialdemocratico. Dopo un'esperienza nell'Associazione industriali di Pordenone, iniziò il suo lungo cammino nel mondo del giornalismo: dapprima nel quotidiano pordenonese del gruppo Monti, poi nel Messaggero Veneto.
Nel 1992 entrò in Rai, al Gr3. Un anno dopo fu trasferito alla redazione regionale del Friuli Venezia Giulia, dove ha lavorato dapprima a Trieste e poi a Udine.
Volto e voce noti per telespettatori e radioascoltatori della Rai del Friuli Venezia Giulia, era una garanzia per la sua capacità di occuparsi di qualunque argomento con grande rigore, nel rispetto dei canoni del servizio pubblico. Con una passione particolare: il calcio, interpretato con quell'ironia che è stata il suo tratto distintivo nelle relazioni con amici e colleghi. E ha continuato a lavorare mantendo una lucidità esemplare anche dopo il manifestarsi di una malattia neurodegenerativa.

Era andato in pensione nel dicembre del 2016.
Parallelamente a quella giornalistica, Liani ha portato avanti l'attività accademica (docente a contratto all'università di Trieste) e di saggista, con numerose pubblicazioni. Si è occupato di storia antica, di religione (lui è stato un esponente della laicità positiva) e di politica. In particolare si ricorda il libro Il peccato originale, accurata analisi del dibattito parlamentare che portò alla nascita della Regione a statuto speciale.